Blanco è nuovo, Blanco è autentico, Blanco è quello che vedi, Blanco non è il solito trapper, Blanco non fa Trap.
Da quando a Giugno è uscito il suo singolo “Notti in Bianco“, tutti parlano di Blanco, aka Riccardo Fabbriconi, classe 2003 cresciuto a Calvagese della Riviera sul Lago di Garda.
Perchè se ne parla? Semplicemente perchè nell’oceano pieno di merda della musica Italiana e dei tormentoni estivi, Blanco è andato in tutt’altra direzione, scrivendo una canzone sincera senza rendersi conto che funzionava perchè ha colto sfumature punk, perchè il testo è genuino, perchè il video clip (bello da perdere la testa) riesce a definire la sua attitudine “marcia” e infinitamente sexy che lascia il segno e perchè dalla sua voce viene fuori il sesso di cui parla, come quando scopi e gemi con immenso piacere.
Questi sono solo alcuni dei motivi per cui Blanco è il protagonista della nostra prima digital cover e dello shooting, scattato da Simon, che ha immortalato come solo lei sa fare l’attitude, il mood, e il carisma di questo diciassettenne irrequieto che non sta fermo un attimo e che ama, più di ogni altra cosa, star nudo facendo mille facce ma restando se stesso.
TOH! intervista Blanco
Ciao Riccardo, come stai?
Mah, non lo so, e tu?
Bene, grazie! Per noi sei la rivelazione dell’anno, quella che arriva e ti travolge, tu come hai vissuto gli ultimi mesi?
Ho vissuto gli ultimi mesi in studio con Michelangelo, a sfornare pezzi come un panettiere che inizia il turno di notte e finisce al mattino presto, ci siamo divertiti come dei bastardi.
Nel marasma dei tormentoni estivi e di una certa omologazione musicale con “Notti in bianco” sei andato da tutt’altra parte unendo il rap al punk. Come è nato questo approccio?
“Notti in Bianco” è nata da una semplice storia d’amore del mio passato, per quanto riguarda il genere non mi interessa e ad essere sincero non ci ho neanche pensato.
Il video di Notti in Bianco è una bomba, la prima reference che mi è venuta in mente vedendolo sono i film KIDS di Larry Clark e Gummo di Harmony Korine, come è nato il tuo immaginario?
L’immaginario è nato da Simone Peluso, che ha cucito su misura questo abito di video cogliendo in pieno la mia attitudine.
Ladro di fiori è il tuo nuovo singolo, che è diverso da Notti in Bianco ma hai dei punti in comune, cosa avevi in mente mentre lo scrivevi e cosa ti aspetti da questo pezzo?
“Ladro di fiori” è proprio uno dei pezzi che abbiamo finito in una sola giornata, circa alle 5:30 di mattina, a casa di Michelangelo (mentre io mi stavo addormentando sulla batteria lui stava sistemando le ultime cose). Dal pezzo non mi aspetto nulla, questo era quello che avevo bisogno di comunicare e sfogare.
Ci sarà un video per Ladro di Fiori? Anticipaci qualcosa!
Voglio solo dire che ho avuto i piedi distrutti, i primi due giorni dopo le riprese ho fatto fatica a camminare però mi viene da dire CAZZO CHE BELLO, è stata una bella giornata.
Come è adesso vivere in un paese di provincia, cosa hai imparato?
Vivere in un paese di provincia come il mio limita su tante cose ma agevola su molte altre, come ad esempio avere molto spazio a disposizione dove potermi sfogare facendo davvero di tutto (da scopare in mezzo ai boschi a strillare alle 4 di notte a fare tutto quello che si può fare) mi ha insegnato a sentirmi libero.
Guardando il video di Notti in Bianco e seguendoti su Instagram si percepisce una certa apertura mentale, una libertà ritrovata e priva di etichette sociali, come dovrebbe essere insomma e ti ringraziamo per il messaggio. Cosa pensi delle discriminazioni con cui la comunità LGBT+ si deve ancora scontrare?
La verità di queste discriminazioni è l’ignoranza di persone incivili, con una chiusura mentale che non fa ridere ma piangere.
Penso che sfortunatamente in Italia fare parte della comunità LGBTQ non sia ancora vissuta come una cosa così normale. Esprimere la propria sessualità invece, in ogni modo, è una cosa bellissima. A me piace tantissimo e nessuno dovrebbe avere il timore a mostrarla, qualsiasi essa sia.
Nelle tue IG stories e nei tuoi video si percepisce che sei molto a tuo agio senza vestiti. Come nasce questa tua attitudine?
Non so da cosa nasca, è più che altro un’abitudine che ho sempre avuto fin da piccolo, mi è sempre piaciuto stare nudo. E Penso che rappresenti la mia personalità.
Ho letto che quando hai fatto ascoltare il tuo primo singolo “Belladonna” a tua madre ti ha detto “tu non sei normale”, lo pensa ancora?
È una frase che mia madre mi dice ogni sabato notte/domenica mattina quando torno a casa, è come il buongiorno o la buonanotte.
Cos’è normale per te e cosa non lo è ma soprattutto è giusto parlare ancora di normalità?
Per me niente è normale, siamo tutti un po’ degli schizzati del cazzo, chi più chi meno.
Hai degli artisti di riferimento?
Artisti che stimo da morire sono Celentano, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Pino Daniele, Caterina Caselli, Rino Gaetano e Modugno. Sono i più grandi artisti della storia italiana per me e aggiungerei un nome internazionale, Stromae.
Con chi ti piacerebbe veramente collaborare?
Celentano, piangerei anche da morto.
Cosa farai una volta finito il liceo?
Intanto penso a finirlo, poi vedrò.
Quando dici di “esser marcio” cosa vuoi dire esattamente?
Essere marcio vuol dire essere Blanco a 360 gradi.
Quando uscirà il tuo primo disco?
Il disco è un passo importante, per me è come partorire il tuo primo bambino. Sicuramente voglio arrivarci ma è ancora presto.
Viste le restrizioni del Covid non hai ancora avuto modo di esibirti live, cosa pensi accadrà quando salirai sul palco?
Ho voglia di salire su un palco e di quell’emozione forte, da brividi, ho bisogno del casino della musica.
Completa questa frase: “Non sono mai stato nudo ….”
“Non sono mai stato nudo…LOL”
Definisci il tuo stile:
Non mi piace definirlo.
Il tuo film preferito?
Lo strano caso di Benjamin Button.
Che musica c’è sul tuo Spotify?
Musica di qualità
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