El Príncipe è il film che ricorda e onora il coraggio dell’autore cileno Mario Cruz, che nel suo romanzo ha descritto l’antieroe gay come vittima del conservatorismo.
El príncipe, debutto alla regia per Sebastián Muñoz, è la storia dell’incontro Jaime, ventenne arrestato per aver accoltellato – in un eccesso di gelosia mal sopita – un amico oggetto delle sue pulsioni puberali, e El Potro (lo Stallone), un carcerato più anziano che in prigione è un piccolo boss, attorniato da amanti e discepoli che con lui dividono la cella e la branda.
L’arrivo di Jaime, presto ribattezzato El príncipe, sconvolgerà gli equilibri del carcere, tra invidie e atti di violenza. Jaime diventa in breve tempo il preferito del decano, attirandosi l’odio degli altri accoliti, detronizzati dal loro ruolo di concubine. Ma nemmeno il più temuto dei carcerati è
immune al tempo che passa, al potere che sfugge tra le dita e alla violenza che serpeggia tra le fila dei detenuti.
Il film è tratto dall’unico romanzo di Mario Cruz, un testo cult della controcultura cilena, circolato per anni solo al di fuori dei circuiti officiali e ancora oggi difficile da reperire; un testo denso di erotismo e violenza, ritratto asfissiante e claustrofobico che fotografa la natura pulsionale del
sentimento.
El príncipe mette in scena sul grande schermo le dinamiche di potere all’interno del carcere di Da Bernardo in Cile, all’alba dell’elezione di Salvador Allende: una storia che analizza i meccanismi dei rapporti interpersonali dei carcerati, uniti da patti d’onore, attrazioni sessuali in
sospeso tra l’animalesco e codici d’amor cortese.
La storia restituisce in maniera sfaccettata la natura feroce e primitiva della sessualità, in un regno – quello del cercare – dove tutto è possesso e violenza, e anche quando un sentimento più tenero tenta di farsi strada il sangue chiama altro sangue. Tra i carcerati, come una versione cruda e verista di Un chant d’amour di Jean Genet, corre un brivido di amore e morte, di
dolcezza e violenza.
Presentato nella Settimana della critica alla Mostra Internazionale dei Cinema di Venezia 2019, il film di Sebastián Muñoz si è aggiudicato il Queer Lion. A interpretare lo Stallone troviamo Alfredo Castro, stella del cinema cileno (Ti Guardo, El Club, Tony Manero), a dare volto (e corpo) al principe di questa favola oscura c’è invece Juan Carlos Maldonado, attore della
servilità televisiva cilena, qui immortalato in tutta la sua giovane carica sensuale, cinica e ambigua.