l’intervista a Charli XCX è stata precedentemente pubblicata su Toh! n.14
Tre anni fa o poco più, una ragazzina sexy attirava l’attenzione nella scena clubbing londinese grazie ai suoi dj set, ai suoi crazy outfit e al make up fluo, se poi aggiungiamo l’irriverenza e la dolcezza di una teenager, è facile immaginare come il suo nome fosse presto sulla bocca di tutti.
Oggi Charli XCX ha vent’anni e non è più una club kids, anche se ne conserva intatte tutte le caratteristiche, ma è una pop star che ha da poco pubblicato il suo album di debutto “True Romance”, un turbinio di synth dark-pop creato nella sua cameretta.
Ha anche scritto una hit mondiale intitolata I Love It per le Icona Pop, ed è la celebrity girl più richiesta alle feste di Azealia Banks e Brooke Candy, per intenderci il suo nome parte da Londra e arriva sulla West Coast.
Charli XCX arriva in Italia come supporter di Ellie Goulding, la incontriamo nel pomeriggio e si fa un po’ attendere causa notte brava a Berlino dove a fatto la dj ad un party arrivando diritta a Milano senza chiudere occhio. Finalmente esce dal backstage del locale e prima di venirmi incontro cerca, trova e si trascina dietro un bidone grosso quanto lei: “scusa, credo che potrei vomitare da un momento all’altro” mi dice timida e con la faccia da hangover, indossando una mini skirt e una maglietta corta corta.
Ancora prima di cominciare a parlargli le voglio già bene, viva la schiettezza degli inglesi, raramente si trova un artista così spontaneo, vero e anche un pelo incosciente, ma a vent’anni chi non lo è.
Sei molto giovane e il tuo nome gira da almeno tre anni nella blogosfera, cosa pensi ti abbia fatto emergere dal popolatissimo mare della rete?
Non saprei rispondere con esattezza, come hai detto tu è da un po’ di tempo che faccio musica, posso dirti che ogni canzone che scrivo ha un forte lato emozionale, che nel mondo del pop è una prerogativa. Ho cominciato a scrivere le canzoni per il mio disco nel 2011, molti erano demo che giacevano in un cassetto, ma alcuni sono finiti non so come nella rete dei produttori di Los Angeles che mi hanno fatto tantissimi complimenti che non mi aspettavo e tutti si sono offerti di lavorare con me.
Sono andata a Los Angeles, ma ero molto scettica una volta arrivata lì e mi sono goduta la città snobbando ogni richiesta di lavoro sino all’ultimo giorno quando il produttore Ariel Rechtshaid mi ha convinta a raggiungerlo in studio due ore prima che il mio aereo per Londra partisse. E’ nata così Stay Away e anche la mia fiducia nei produttori…
Sei una rinomata party girl da Londra a L.A. ma credo che la tua carta vincente sia la tua spontaneità, si vede che credi in quel che fai e che ti diverti nel farlo, sei d’accordo?
Totalmente, il pubblico percepisce facilmente le emozioni, se sei vera o falsa. Le mie canzoni sono anche molto istintive, ad esempio “Set Me free” l’ho scritta a quindici anni e a quell’età non puoi non essere spontanea soprattutto se si parla, come nelle mie canzoni, d’amore.
Dai quindici ai vent’anni si hanno un sacco di esperienze che ruotano intorno all’amore, baci, cotte, ossessioni, la prima storia seria, il primo cuore spezzato, una notte d’amore, il mio album parla di tutti questi aspetti, per questo l’ho intitolato “True Romance”.
In effetti ora che ci penso le tue canzoni sono intrise di quegli sbalzi d’umore tipici di un adolescente innamorato, puoi essere euforica e poi tutto ad un tratto depressa, ho ragione?
Esatto! C’è il bellissimo lato felice dell’amore ma anche la depressione, il lato più oscuro e depresso che un amore porta spesso con se, quel senso di solitudine che ti porta a passare un’intera giornata a piangere. L’amore è schizzofrenico e così anche il mio disco.
La tua voce cambia molto di canzone in canzone, è quasi come se tu scegliessi in che modo cantare ogni singolo pezzo, cosa ne pensi?
Mi esce naturale, non è studiato, nella mia testa sto solo cantando una mia canzone, forse è perchè mi lascio influenzare da tutto quello che mi piace, da Uffie a Kate Bush.
Nel tuo album c’è un featuring con Brooke Candy, dove l’hai incontrata e come è nata la collaborazione?
Ci siamo incontrate tramite un’amica comune, Azealia Banks, mi ha invitata a suonare a Los Angeles al suo “Mermaid Ball” party c’erano anche Robyn, Rye Rye, Maluca e Brooke Candy presentava l’evento. Siamo entrate subito in sintonia e ci siamo piaciute a vicenda così abbiamo iniziato una collaborazione via mail.
Hai scritto e fai da featuring I Love It delle Icona Pop, divenuta una hit di fama internazionale, mi racconti com’è andata?
L’ho scritta in un hotel in Svezia durante un “writing trip” e ho capito subito che non era un pezzo adatto a me come artista, fortunatamente essendo una songwriter posso permettermi di scegliere da sola i miei pezzi. L’ho data al produttore Patrik Berger che in quel momento stava lavorando con le Icona Pop che se ne sono innamorate all’istante. Sono contenta che sia finita alle Icona Pop e non ha qualche ragazzina qualunque e di come l’abbiano trasformata, la mia voce è rimasta sotto la loro per questo è un featuring anche se in realtà non distingui una voce dall’altra. Sono molto orgogliosa di averla scritta.
Il tuo singolo “YOU (ha ha ha)” nasce sopra la base di “You” di Gold Panda, come ti è venuta l’idea?
E’ stato un gioco, un esperimento che ho fatto, non avevo intenzione di pubblicarla ma più la gente l’ascoltava e più mi convincevano nel farlo, “è una bomba non puoi lasciarla in un cassetto”, così ho chiesto a Gold Panda il permesso di usarla e mi ha detto subito sì! Ieri sera è venuto alla festa dove facevo la dj a Berlino e mi ha portato in regalo una felpa di Tom Jones bellissima!
Parlami del tuo stile, anche io da ragazzino avevo un paio di scarpe Buffalo! Cosa non può mancare dal tuo guardaroba?
Davvero? Cool! M’ispiro molto agli anni ’90, mi piace il pronto moda, le Spice Girl e tornando a parlare di club kids sono affascinata da Michael Alig e Lee Bowery, e amo film come Clueless, Empire Records e i film di Harmony Corine anche se non ho ancora visto Spring Breakers! Fuck!
Parliamo di dj set, quali sono per te le canzoni perfette per aprire e chiudere un tuo set?
Per iniziare “Dirrty” di Christina Aguilera e per chiudere “Bump N’Grind” di R.Kelly mi piace suonare queste cazzate, la gente si diverte ed io pure!
Qual’è l’ultima canzone che ti ha ossessionata?
Il nuovo singolo dei Daft Punk “Get Lucky” non riesco a smettere di cantarla ce l’ho sempre in testa è di una semplicità disarmante.
Grazie Charli XCX, ora ti lascio andare a riposare, è stato un piacere!
Anche per me, a presto!
(Per i curiosi: Charli XCX durante l’intervista non ha vomitato!)