Paolo Carzana è giovane, giovanissimo ma questo non gli impedisce di ribaltare il concetto di moda. Anzi!
Classe 1995, Paolo Carzana ha creato da solo la sua prima collezione nel suo seminterrato di Cardiff e presentata, in forma digitale, alla London Fashion Week. Fin qui tutto normale, se non fosse che la sua idea di moda sia cosi talmente avanti da risultare utopica. Sarà che Paolo Carzana crede nella determinazione collettiva.
Nato in Galles, da origini italiane, Carzana ha debuttato nel 2018 con la collezione THE BOY YOU STOLE, affermandosi rapidamente come enfant prodige durante la London Fashion Week.
I pezzi presentati erano audaci, stravaganti e impeccabilmente sostenibili sia dal punto di vista ambientale che etico. La loro concettualizzazione è una rampante presa di posizione contro l’abuso di potere.
Oggi, Carzana si colloca, saltando automaticamente la fila e bruciando i tempi, come punto riferimento – per quanto isolato – dei valori di sostenibilità tipici della Generazione Z.
Un altro mondo, questo il nome della nuova collezione, ha un non so che di poetico: Paolo Carzana, infatti, ha cucito 18 outfit utilizzando esclusivamente materiali che ha raccolto in giro poi tinti con pigmenti naturali.
Carzana è vegano e appassionato di libri di piante medicinali: nel suo atelier utilizza pentole industriali in cui mescola coloranti naturali, come la radice di robbia, lamponi e fragole per tingere le sue stoffe dal rosa al rosso intenso; la curcuma per i suoi verdi e giallo-oro; il legno di tronchi e la lavanda per le sfumature di viola. Il basilico e l’amamelide li ha aggiunti sui capi come elementi che spera trasferiscano proprietà curative.
“Non ci sono più scuse per non essere sostenibili” racconta e questo si capisce immediatamente guardando quelli che sembrano berretti da fata sino alle pantofole in tessuto.
I suoi modelli diventano folletti fiabeschi che indossano tessuti come la seta di bambù, cotone organico, pelle di ananas, coperte e trapunte di vecchi arazzi antichi.
Sui capi non c’è traccia di cerniere e bottoni, Paolo ha ideato sistemi di nastri e nodi da legare su pantaloni, biancheria intima, abiti e giacche.
Riconoscibili del suo modo di operare sono pure una serie di camicie costruite per esporre il petto, alludendo alla vulnerabilità come valore umano da esibire.
Sinceramente trovo che il suo talento sia straordinario, anomalo e assolutamente originale, ed è facile il paragone a McQueen e Galliano, poichè come loro ha debuttato presentando qualcosa che prima non c’era attraverso l’approccio drammatico, vegano e biologico.
Vincitore di una borsa di studio alla Central Saint Martins di Londra che lo premia per la sua dedizione assoluta all’invenzione di pratiche sostenibili.
Paolo non si concede nulla di più del necessario e non dimentica di far volare altissimo il suo senso di gratitudine: tutti i suoi ricavati infatti vengono reinvestiti nelle produzioni successive e devoluti ad iniziative umanitarie.
Dal 2019, Paolo Carzana chiede ai suoi sostenitori di donare a AKT Charity, un’associazione inglese che aiuta i giovani senzatetto LGBTQ+ a trovare uno spazio sicuro, così come Pride Cymru e Arcigay Italia, militanti rispettivamente in Galles e in Italia, le sue due nazioni d’origine