Con Rold Skov, Francesco Rossini, ha costruito con passione e introspezione un immaginario che attinge dall’arte, dallo sportswear e della musica anni ’90, definendo un progetto che mescola e sovrappone riferimenti svariati, partendo dal Brit Pop, fonte d’ispirazione senza fine.
Così i capi d’abbigliamento che crea diventano materici, in cui maglieria, texture e sartorialità sono alberi che svettano nella foresta della fantasia di questo giovane pieno di sogni e passione dove un progetto di moda che può sembrare complesso e profondo, in realtà è puro ed essenziale.
Chi e cosa c’è dietro Rold Skov?
ROLD SKOV è un progetto che nasce essenzialmente dalla mia passione per l’abbigliamento che si focalizza su un preciso gusto estetico, personale, e che mi ha sempre in qualche modo rapito fin da quando ero ragazzino e passavo intere giornate a frugare negli armadi di mio padre a sfoggiare look assurdi.
Sicuramente dietro ad un progetto simile, in primis ci sono enormi sacrifici e per questo non finirò mai di ringraziare la mia famiglia che mi ha dato l’opportunità di iniziare questo percorso, sostenendomi fin dal giorno zero e supportandomi costantemente ogni giorno.
Poi ci sono io, che vivo quotidianamente tutte le vicende trasversali che orbitano attorno al brand cercando di farlo crescere e sviluppare come se fosse mio figlio e in qualche modo è proprio così che lo concepisco.
Ovviamente poi in questi anni ho anche avuto modo di collaborare con persone che sono state di grande aiuto per la crescita generale di ROLD SKOV, sotto vari aspetti, alcune lo sono tutt’ora e sicuramente con altre avrò modo di farlo in futuro, penso che sia una famiglia dinamica e limpida allo stesso tempo.
Dove e quando è iniziato il tuo percorso nella moda?
Guarda, prima di tutto ci tengo molto a sottolineare il fatto che penso che ROLD SKOV non proponga moda ma bensì abbigliamento che sono due concetti completamente differenti.
Non sono mai stato un fan di una qualsiasi cosa che andasse “di moda” anzi ho sempre cercato di non seguire troppo le masse preferendo approfondire un gusto più personale, influenzato sì da altre mie passioni come per esempio la musica ma che comunque non seguissero un canale troppo mainstream.
Non sono mai stato attratto da quella roba lì perciò questo concezione mi piace riversarla nelle mie collezioni ma ancora più in generale nella filosofia del brand.
Tutto è iniziato nel 2015 quando stavo attraversando un periodo complicato della mia vita, sai i dubbi sul futuro e tutte quelle robe lì… finché un giorno mentre ero in Danimarca, in camminata introspettiva all’interno di questa foresta che si chiama ROLD SKOV appunto, ho sciolto gli ultimi dubbi e ho deciso che una volta rientrato in Italia avrei mosso i primi passi per capire come poter avviare questo progetto.
Mi pare di capire che tu sia un super fan degli anni ’90 e di tutta la corrente musicale di quel periodo. Ci sono degli artisti che sono tuoi punti di riferimento? (A parte i Blur, da cui prende ispirazione la tua ultima collezione)
La musica è colonna fondamentale del mio quotidiano e sono cresciuto ascoltando solo del gran Brit Pop quando ero più giovane e spensierato.
Gli Oasis sono in assoluto il gruppo del cuore e la figura di Liam Gallagher è anche oggi una sorta di divinità per me. Icona di stile unica alla quale devo tanto per avermi sensibilizzato, indirettamente, sotto il punto di vista del gusto estetico personale.
Qual è il messaggio che vuoi mandare, se vuoi mandarlo, con la tua moda?
Non sono un politico perciò non mi sento di lanciare nessun tipo di messaggi in particolare. Semplicemente ho la fortuna di fare un lavoro che è anche la mia passione, tra le mille difficoltà ovviamente.
Ad oggi il consumatore finale di ROLD SKOV è un consumatore sano, che si è avvicinato al brand perché realmente lo sente proprio e non perché spinto da qualche corrente hype del caso.
Penso che la qualità in primis ma anche la personalità e l’autenticità di un brand alla lunga vengano ripagati, è un percorso più lungo per ovvie ragioni ma è anche quello che dà maggiori soddisfazioni ed è quello che nel mio, sin qui brevissimo storico, sto avendo modo di capire sempre di più e devo ammettere che vado molto fiero di questa scelta.
Tutte le foto sono di Pavel Golik
la foto di apertura è di Ivan Grianti