Insieme ad Archivio puoi dare una mano agli amici del Cassero LGBTI+ Center

Quest’anno è stato ed è un anno difficile per tutti. Mai più di ora c’è bisogno di stare al fianco di chi teniamo. Ecco perché quelli di Archivio hanno deciso di lanciare una campagna promozionale per aiutare gli amici del Cassero LGBTI + Center.

La pandemia di COVID-19 ha già portato due volte alla chiusura totale di biblioteche, teatri, cinema, musei, club. Stessa sorte è toccata al Cassero LGBTI + Center, che sono tutte queste cose insieme sotto un unico grande tetto. 

Questa chiusura ovviamente rappresenta un terribile danno per le persone che ci lavorano. L’idea di Archivio è quella di condividere con il Cassero parte di quanto guadagnato da ogni copia venduta dell’Archivio n. 5. Perciò fino a Natale, se acquisti Archivio donerai automaticamente 5 euro al Cassero LGBTI+ Center come gesto di sostegno durante questi giorni difficili.

Il Cassero è stato il primo Centro LGBTI+ in Italia, nato nel 1982 a Bologna. E’ uno dei luoghi più importanti per l’esercizio delle relazioni sociali in città. Puoi andarci a ballare e bere tutta la notte, incontrare amici e sconosciuti, vedere film e spettacoli. Ma prima di tutto ha una funzione sociale che è stata fondamentale per la città anni dopo anni, grazie agli attivisti che vi lavorano. La sua porta è sempre aperta a tutti, e fornisce tanti servizi educativi per tutti i cittadini. Oltre che laboratori, gruppi di socializzazione per persone di ogni età, supporto a chi ha subito qualsiasi tipo di violenza.

È anche qui che i ricordi del movimento LGBTI + italiano e locale trovano la loro dimora. Sono custoditi e resi accessibili a tutti presso il Centro di Documentazione “Flavia Madaschi”.

Archivio ha raccontato questo luogo attraverso le parole di una delle sue figure fondamentali: Sara De Giovanni. Archivista presso il Centro di Documentazione “Flavia Madaschi” del Centro LGBTI + Cassero dal 2002. 

All’interno della rivista troverete una lunga intervista sul suo lavoro lì, il suo fascino per la ricostruzione delle storie personali. Attraverso le tracce lasciate dagli esseri umani – volontariamente o involontariamente – e come ciò si riflettesse nel suo lavoro attraverso il contatto con l’archivio. Oltre alle sue parole c’è anche una selezione di documenti d’archivio. Scelte come chiave per entrare negli anni Novanta, il decennio a cui è stato dedicato a questo numero.