CMQMARTINA: CANTO PER I DIRITTI DI TUTTI

Quando uscì “DISCO” non sapevo nulla di cmqmartina ma guardando tra le nuove uscite rimasi colpito dal suo artwork d.i.y. un po’ alcolico e un po’ irriverente che mi portò a premere play e farmene innamorare al primo ascolto.

Con il suo electropop da cameretta, ma già centrato, e con delle potenziali hit come “Lasciami Andare!”, ricordo che esultai quando scorsi il suo volto tra i candidati di X-Factor 2020, dove alle audizioni portò proprio quel pezzo e difatti spaccò! 

Dopo questa esperienza cmqmartina è cresciuta molto, ha fatto un percorso interiore importante accentuato anche dall’isolamento per la pandemia culminato in “DISCO2”, il fratello adulto di “DISCO”, un album più maturo, più robusto, il cui battito pulsa e rimbomba nel petto come quando balli davanti alla cassa in discoteca. Cazzo quanto ci manca questa sensazione! 

Dal talent ad oggi cmqmartina è sbocciata, è più sicura di sé, e sul palco tiene botta più di altri suoi colleghi navigati, se aggiungiamo che il suo secondo credo insieme alla musica, sono le battaglie per i diritti civili abbiamo la pop star ideale.

Anche per questo l’abbiamo scelta per celebrare insieme a noi il Pride 2021, un Pride significativo che ci deve vedere più uniti che mai dopo le mille vicissitudini (ridicole) che stanno ostacolando il DDL Zan, la legge contro l’omolesbobitransfobia che DEVE essere approvata al più presto. 

Hai da poco pubblicato “DISCO2” cosa lo differenzia a livello creativo da “DISCO”?

Quando ascolto il mio primo album percepisco proprio che quella era un’altra me, la principale differenza è che oggi ho una consapevolezza diversa, ad esempio se ascolto “Lasciami Andare” sento una Martina più piccola. 

Scrivere “DISCO2” è stato molto più stimolante, ho lavorato con produttori diversi per ciascuna traccia, solo due hanno lo stesso produttore in comune.

Dico sempre che all’interno di questo album c’è una fortissima energia creativa, ognuno ha portato del suo, io ho raccontato le mie storie e ho imparato tantissimo lavorando con molte persone. “DISCO” era fatto con un team ristretto rispetto a questo.

La cosa interessante è che hai lavorato con tanti produttori ma hai fatto un album in cui prevale la tua identità, non sembra una compilation, è solido e non è una qualità scontata…

Questo mi fa molto piacere perché avendo lavorato con tante persone, la mia preoccupazione più grande era quella di fare un pastrocchio. Mi sono approcciata a ciascun pezzo in modo diverso e quindi avevo l’ansia, quindi grazie.

Si sente che sei cambiata hai fatto anche importanti esperienze tra uno e l’altro…

Questo album l’ho scritto in un momento pazzesco di cambiamento nella mia vita, un momento super intenso di metamorfosi, le canzoni che lo compongono raccontano perfettamente le emozioni forti tipiche delle prime esperienze.

“DISCO” l’ho amato subito, mi piaceva il suo alone grezzo un po’ da cameretta e pensavo quanto è bello che ci sono ancora giovani che fanno prodotti del genere con questo approccio punk senza vincoli discografici. “DISCO2 “ è il suo seguito, lo dice il titolo stesso, ma più patinato e con un suono più robusto…

Esatto, difatti “DISCO” inizia con “Intro” e “DISCO2” finisce con “Outro Per Te”. Per me uno è il completamento dell’altro, sono l’inizio della mia storia, chissà come si evolverà, per ora sono contenta e soddisfatta. E’ la chiusura del mio primo cerchio.

Stai già pensando al seguito?

Diciamo che ho molte idee ambiziose, vedremo se saranno fattibili…

A livello di testi direi che sei andata un po’ più a fondo nelle tue storie personali o sbaglio?

Sì, anche se parlo sempre dei miei 20 anni e delle persone che mi circondano, anche se mi ci sono approcciata in un modo più adulto. L’ultimo anno è stato molto difficile, ho passato tanto tempo da sola durante le varie quarantene e ho capito molte cose di me.

In “DISCO2” c’è più autocritica e autoanalisi verso me stessa, mi sento sempre super egocentrica perché parlo sempre di me nelle mie canzoni ma serve per metabolizzare le cose che mi succedono, anche cose quotidiane semplici.

Quando ascolto le mie canzoni è come se fossero dei segnalibri che marcano il preciso momento in cui è stata scritta sono come un autobiografia della mia adolescenza. 

C’è anche un po’ di spazio dedicato all’amore penso a “Fermiamo il Tempo” o a “Povero Cuore” come le vedi?

Mhhh sì sono due canzoni d’amore, “Povero Cuore” è dedicata a una persona speciale, faccio fatica ad ascoltarla perché ho provato delle emozioni fortissime e poi le ho trascritte nel testo e spero che questo si percepisca nel brano. In questo pezzo parlo di un amore e di un dolore altrettanto forti, che io e questa persona abbiamo condiviso nel bene e nel male. 

Sempre a proposito di “Povero Cuore” c’è una frase in cui dici “Siamo delle vere puttane” che dal vivo è diventato un highlits, non vedevano tutti l’ora di cantarlo! 

Ahahahah è vero, sai che in realtà non ho mai avuto remore riguardo i miei testi, mi sono sempre sentita libera, mi sono fatta degli scrupoli in questo caso perché volevo troppo mettere questa frase ma non sapevo se osare o no. 

Io e la persona di cui parlo ce lo dicevamo sempre, ma avevo paura di usare una terminologia in modo improprio ma in questo caso è usato in modo giocoso e l’ho lasciata.

Sono stupita dall’alchimia che si è creata ai live anche se le persone sono sedute con la mascherina, non oso immaginare come sarà quando saremo liberi di ballare senza mascherine. Sarà bellissimo.

Sulla cover di DISCO2 indossi un reggiseno a cono che rimanda subito a Madonna, qual è l’ispirazione che ci sta dietro?

E’ il mio tributo al mondo drag, li ho visti indossare ad Aquaria nella stagione 10 di Rupaul’s Drag Race, erano dei coni rosa bellissimi, quando li ho visti sono impazzita. Ovviamente il suo era un tributo a Madonna ma io non lo sapevo, l’ho scoperto dopo.

Tu, Vergo e Benedetta dei Melancholia durante X Factor 2020 vi definivate i Paladini della Frocialisse, sei sempre stata attenta ai diritti LGBTQIA+ ?

Io sono sempre stata attiva in campo di diritti LGBTQIA+ sin da prima di fare musica, è qualcosa che è radicato in me sin da piccola. Tendo a non voler politicizzare la mia musica, ma l’attivismo e la musica sono i due capisaldi della mia vita, quindi capita che si possano sovrapporre. L’attivismo è un segnalibro importantissimo della mia vita.

Tu come ti definisci?

Un’artista queer. Ma mi classificherei come una che non si classifica.

Restando in tema diritti, eri alla manifestazione a Milano a favore del DDL Zan, ed è fresca la notizia che il Vaticano ha chiesto al Governo Italiano di modificare questa proposta di legge che è in attesa di essere approvata da oltre 25 anni. Sabato ci sarà il Pride a Milano e penso che mai come quest’anno sarà importante parteciparvi in ogni città dove si terrà. Qual è il tuo pensiero?

Anche se è in Italia stiamo parlando di due stati diversi quindi che ognuno pensi alle sue leggi. Se il Vaticano non accetta i matrimoni omosessuali ma chi se ne frega, vorrà dire che noi froci ci sposeremo in comune non è un cazzo di problema non ci servono le chiese.

Penso che siano loro a dover modificare qualche legge interna invece di pensare al DDL Zan perché la verità è che nel corso della storia la chiesa si è modificata, si è occidentalizzata, ha avuto una metamorfosi in base al momento sociopolitico che stava vivendo, perché se dovessimo stare ad osservare le Sacre Scritture la donna non lavorerebbe e indosserebbe ancora il velo.

Non sopporto che ci debbano essere determinate regole solo perché lo decidono loro, io capisco perfettamente la religione e la rispetto ma non deve ledere la libertà altrui e in questo momento il Vaticano sta danneggiando la libertà della comunità LGBTQIA+.

La chiesa influenza già così tante aree che non capisco cosa voglia anche da noi che desideriamo solo amarci liberamente, senza che ci rompa i coglioni nessuno. Siamo in un momento storico in cui non puoi non prendere posizione per rispetto della parte oppressa in qualsiasi contesto sociale.

Sabato avremo modo di sfogare tutta la nostra rabbia, credo che questo sarà un Pride molto sentito, me lo auguro almeno.

Io percepisco molta rabbia, ma non violenta, la gente è stanca abbiamo bisogno di un cambiamento, è snervante protestare per una legge che dovrebbe essere già approvata da un pezzo e quindi abbiamo tutti voglia di amarci in libertà.

Continuo a leggere di attacchi omofobi e atti di violenza nei confronti della nostra comunità ed è la cosa che più mi fa stringere il cuore, basta vi prego, approviamo questo decreto! In Italia abbiamo una società che è educata con un modello politico sociale che oggi è obsoleto, che non si è più messo al pari con i tempi, le cose vanno cambiate alla radice, partendo dall’educazione nelle scuole.

Questo è il momento storico dell’amore, non voglio fare la hippy, però abbiamo avuto due guerre mondiali e direi che ora ci siamo rotti i coglioni e vogliamo amarci in santa pace.

Questo è il sentimento che percepisco anche dalle persone che mi stanno intorno e che frequento. Penso che la nostra mobilitazione di massa con questo Pride smuove qualcosa, sarà che sono un’eterna romantica ma percepisco un cambiamento in arrivo. 

Torniamo a parlare di musica o ci arrabbiamo troppo, che rapporto hai con la scena italiana?

Io ascolto tantissima musica italiana, ne ascolto il più possibile per trarne insegnamento, per assorbire tutto quello che mi piace, forse sono una piccola ladra. (ride ndr).

Mi piace capire cosa fanno gli altri e capire come farlo diversamente, ascolto di tutto, tanta techno, tanta musica elettronica del 2000, e poi il cantautorato che amo da sempre.

Hai collaborato con Vipra in un pezzo prodotto da Populous che si chiama Tagadà, per me sarà un inno estivo, come è nato questo incontro a tre?

Io e Vipra abbiamo trovato una grandissima intesa artistica, non ci conoscevamo e ha preso il telefono e mi ha chiamato dicendomi: ti va di fare un pezzo con me per il mio primo disco? Ed è stato molto bello perché lo conoscevo e lo stimavo e dopo averlo conosciuto ho scoperto che la cosa è reciproca.

Populous è uno dei miei produttori preferiti in assoluto, anche lui attivo nella comunità LGBTQIA+, è un tenerone, e si è ispirato a Gigi Dag per questo pezzo. Mi sembrava proprio un bel contesto artistico in cui buttarmi. E’ probabile che con Vipra faremo altre cose perché dal nulla è nato qualcosa di speciale. 

Nei tuoi testi a volte ci sono dei pezzi di altre canzoni, in “Lasciami Andare!” contenuta in “DISCO” c’è una frase di “La prima cosa bella” di Nicola di Bari, SU “DISCO2” IN “Se Mi Pieghi Non Mi Spezzi” c’è una strofa presa da “Amore Disperato” di Nada. Ci sono altre citazioni nell’album?

Si,“Matta Vera” inizia con una frase presa da “Sfiorivano le Rose” di Rino Gaetano mentre in “Outro2” c’è un monologo in cui cito il Vangelo ed è una frase molto importante perché essendo cresciuta in un contesto estremamente religioso il Vangelo lo conosco molto bene.

Ho cercato di percepirlo da un punti di vista puramente poetico perché il Vangelo ha dei pezzi veramente strazianti e questo che ho inserito è uno di questi che preferisco, mi sembrava interessante accostarlo all’elettronica. 

Quindi sei cresciuta in un ambiente familiare particolarmente conservatore?

Non ho avuto una famiglia restrittiva ma vengo da una famiglia cristiana, religiosa, cattolica, ho fatto gli Scout per 7 anni, messa tutte le domeniche ho fatto il liceo dalle suore! Questo è il motivo per cui mi piacciono queste scritture ma non mi piace per nulla la chiesa. 

Lasciaci con l’ultimo album di cui ti sei innamorata:

L’album di Madame, è l’ultimo album di cui mi sono innamorata follemente, tipo che lo ascolto per intero dieci volte al giorno. La trovo un artista incredibile che ha un modo di approcciarsi alle cose che le succedono straziante che io adoro, e ha un modo di usare le parole che mi colpisce sempre.