Antonio Tarantini, designer e fondatore di ATXV, racconta una storia senza barriere, senza regole da seguire.
ATXV con la sua idea di moda segue nuovi codici elaborati dalla reimmaginazione e dalla combinazione naturale e autentica di tutti gli elementi compresi nell’armadio maschile e femminile che attraverso la sua visione si trasformano in nuovo linguaggio per una nuova silhouette: abiti ruotati e drappeggiati, linee asimmetriche e tagli inaspettati per esaltare e vivere parti del corpo senza pregiudizi.
Una sensualità minimale, fresca, non solo nel risultato, ma anche e soprattutto nella produzione.
Minimizzare infatti riguarda anche l’impatto ambientale: quella di Antonio Tarantini è una moda responsabile, in un’ottica sostenibile, che tenta di raggiungere la soglia di zero sprechi nella creazione e produzione di abiti, come i tessuti non utilizzati delle stagioni precedenti che vengono recuperati nello sviluppo di nuove creazioni.
Una collezione dall’aspetto minimale per l’essenzialità delle linee e la purezza dei colori ma carica di significato perché parla di libertà, di ricerca di sé e della felicità. Antonio Tarantini ha debuttato con una collezione che è stato anche un momento di riflessione e di rinascita grazie ad un progetto ambizioso di sostenibilità e genderless.
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Chi e cosa c’è dietro ATXV?
Io sono Antonio, e ATXV nasce dalla mia voglia di rinascere, dalla necessita’ di mostrarmi vulnerabile davanti al mondo, con tutte le mie fragilità’ senza paura. Rigenerando la mia vita è le mie esperienze ho trovato il coraggio di cominciare tutto da un nuovo inizio. Parlando finalmente con la mia voce.
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Dove e quando è iniziato il tuo percorso nella moda?
Ho cominciato prestissimo a lavorare come womenswear designer a Milano la città dove sono nato. Ricordo ancora di aver ricevuto la chiamata per un colloquio mentre ero a lezione, e la settimana dopo mi sono ritrovato a lavorare nello ufficio stile di Dolce&Gabbana, da lì mi sono trasferito a Parigi per lavorare con John Galliano per Christian Dior. Un’esperienza unica, che mi ha portato a lavorare anche sulla Haute Couture. Milano poi, mi ha richiamato per affiancare per 8 anni Donatella Versace nella parte creativa per le collezioni donna rtw e Atelier.
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Come descriveresti il tuo brand a chi non lo conosce?
ATXV è un brand che parla un unico linguaggio, senza divisioni, dove la libertà di essere se stessi è la protagonista.
Mi pare di capire che tu sia molto attento alla scelta dei materiali, dove produci?
La collezione è interamente prodotta in Italia, mentre tutti i tessuti che uso sono certificati, o provengono da rimanenze di magazzino, in modo tale da non generare inutili sprechi. La scelta dei materiali, e’ per me il primo passo nel processo creativo e una delle cose più importanti. Il Jersey e’ il materiale principale della collezione, volevo un tessuto che tutti conosciamo, e che abbiamo nell’armadio. Volevo distorcerlo, arricciarlo, drappeggiarlo capovolderlo, per poter uscire dai soliti schemi, e raccontare con nuovi tagli e forme la nuova realtà di un umanità cambiata.
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La tua moda è assolutamente fluida e senza etichette di genere, è una cosa che finisce qui o le tue collezioni saranno sempre genderless?
Non sono mai riuscito a capire i muri che ci sono tra il guardaroba femminile e quello maschile, non sai quante volte ho sentito: “No! quello è da donna non va bene per un uomo” e viceversa. Divieti che ho vissuto io in prima persona nella mia vita personale. Quindi quando ho cominciato a lavorare su ATXV ho detto: “basta!” mi è venuto quindi assolutamente spontaneo parlare a tutti, mescolando in un unico linguaggio tutti quei codici intoccabili.
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Qual è il messaggio che vuoi mandare, se vuoi mandarlo, con la tua moda?
Il mio è un messaggio di unione e di libertà, sentirsi bene e felici di utilizzare degli abiti per esprimere se stessi è la mia priorità.
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Antonio Tarantini ATXV