Fendace non è una collaborazione ma l’unione di due brand appartenenti a gruppi diversi e lontani che ha fatto sognare la moda come non succedeva da anni.
La scorsa settimana, mentre la Milano Fashion Week era a buon punto, i rumors di una collezione creata e firmata da Donatella Versace, Kim Jones e Silvia Venturini Fendi ha cominciato a tuonare nel cielo ancora azzurro di Milano.
Sebbene Kim Jones abbia inaugurato la fashion week milanese con lo show di Fendi e Donatella venerdì, un invito scritto a mano su un foglio di carta suggeriva di non prendere impegni per domenica 26.
Così i fan più fedeli e gli addetti ai lavori hanno annullato tutto quello che avevano da fare per ritrovarsi, i più fortunati, nel cortile di Casa Versace in Via Gesù 12, gli altri collegati sui social per vedere Fendace attraverso uno spettacolo costellato di star delle passerelle di ieri e di oggi tutti insieme.
Aperta dalla leggendaria super sovversiva Kristen McMenamy in un look nero con spille da balia, la prima metà dello spettacolo è stata accompagnata da una Medusa scintillante e ha visto anche le altre icone come Amber Valletta, Kate Moss e Naomi Campbell sfilare favolosamente con i look più classici trovati scavando nel profondo e immenso archivio Versace che è stato rivisitato da Fendi e viceversa.
Uno spettacolo nello spettacolo che segue le orme di Balenciaga e l'”hackeraggio” di Gucci , che è sbarcato in passerella all’inizio di quest’anno.
Con entrambe le etichette ospitate sotto l’ombrello di Kering, la collezione aveva un senso, ma se si considera che Fendi e Versace sono di proprietà diverse la mossa è sembrata ancor più selvaggia.
Detto questo, Kim Jones è stato il designer che per primo ha iniziato a confondere le linee tra marchi inaspettati quando ha collaborato con Supreme mentre era a capo di Louis Vuitton, con molte etichette che hanno seguito l’esempio negli ultimi anni.
“A febbraio, dopo la sfilata del prêt-à-porter, siamo andati a cena con Donatella.
Silvia e Donatella sono andate molto d’accordo e abbiamo pensato che sarebbe stato bello divertirsi un po’”, ha raccontato Kim.
Possiamo dunque dire che Fendace è stato un design-off: Kim e Silvia hanno disegnato Versace e Donatella ha disegnato Fendi. Per divertimento quindi e non per una mossa commerciale.
Avendo la possibilità di mettere le mani sull’archivio Versace, ha aggiunto: “è stato strabiliante. Ci sono cose che non avrei mai avuto la possibilità di vedere con i miei occhi.
E quando Donatella è andata all’archivio Fendi ha scelto per caso cose dello stesso periodo che stavamo guardando.
Inoltre Donatella non ha mai disegnato per un altro marchio, e nemmeno Silvia, quindi è stato molto interessante da vedere.
Ma le ragioni alla base erano semplici: volevamo fare qualcosa che fosse ottimista e divertente quando torniamo agli spettacoli dal vivo. E volevamo farlo perché ci amiamo”.
un incontro di tre diverse menti della moda, tutte ai massimi livelli del sistema, e tutte che agiscono con un’umiltà creativa fin troppo rara in questo settore nel concedersi l’un l’altro libero sfogo per reinterpretare il dna dell’altro.
A pensarci bene c’è anche una logica storica, in quanto Gianni Versace e Karl Lagerfeld erano entrambi rivali ma comunque molto amici.
Ciò che è rimasto poco chiaro quando è iniziata la festa post-show che prometteva di essere una notte intera è se questa Fendace è una tantum o se potrebbe esserci un round di ritorno, forse ospitato da Fendi, la prossima stagione.
Ad ogni modo la grande domanda sulla bocca di tutti ora, però, è: chi sarà il prossimo?