Alessia Labate, l’elettropop che non t’aspetti

Non te lo aspetti in Italia, perché è talmente internazionale che potrei sciorinare paragoni con Dua Lipa e Tove Lo, perché Alessia Labate, se il mercato discografico italiano fosse un po’ più aperto alle novità, ha tutte le carte in regola per diventare una pop star internazionale. A poche ora dall’uscita dal suo primo EP “You’re My Next Ex” l’abbiamo intervistata.

Alessia Labate è una che si fa il mazzo, cantante, autrice, vocalist e vocal producer ha alle spalle esperienza nel talent per bambini “Io Canto” e una partecipazione a “The Voice” nel 2015, e da allora non si è mai fermata per raggiungere il suo scopo: pubblicare la sua musica.

Obiettivo che si concretizzerà domani, con l’uscita di un EP di 4 tracce anticipato da due singoli, “Fuck Nostalgia feat. Beatrice Quinta” e “You’re My Next Ex”. Con i suoi 24 anni Alessia, cosentina, è un vulcano d’energia, solare e travolgente come la sua musica.

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Ciao Alessia, partiamo dall’inizio, come sei arrivata al tuo primo EP?

La musica è arrivata a me da quando ero piccola, mio padre è musicista, mia madre una ballerina e quindi l’arte e la musica hanno sempre fatto parte di me, poi alle medie ho imparato a suonare il piano, ma in realtà mi sono innamorata del violoncello e subito dopo della chitarra.

Così a 12 anni, incosciente di tutto, mio padre faceva vedere i video dove cantavo a chiunque tra cui anche a Franco Fasano, che gli disse che stavano cercando ragazzini per il talent di Canale 5“ Io canto”. Da lì il duro lavoro, che è stato impegnativo ma bellissimo. 

A 17 anni è arrivato The Voice, e le cose erano totalmente diverse da quando ho iniziato, ma ormai è passato anche questo, mi ricordo che la gente mi odiava, leggevo tutti i commenti ed erano terribili, però grazie al talent ho conosciuto Manuel Bella, che è diventato il mio mentore. Oggi se mi guardo indietro mi dico brava, anche se riconosco che ci vuole tanta fortuna.

Ma quindi questo EP è auto prodotto? 

Si, completamente! Ma resta il fatto, fortunatamente, che canto per altri. Mi sento comunque di dover ringraziare la Siae che ha messo il budget per farmi fare questo EP in quanto vincitrice di “Italia Musica Export”, grazie a questo premio ho potuto fare quello che volevo.

Cosa ti aspetti da “YMNE”?

Non lo so, in Italia manca quello che faccio io, all’estero impazziscono per i nuovi artisti, qui invece è tutto flat. Sto lavorando da due anni a questo EP e quindi l’ho digerito tantissimo.

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Dammi la tua visione di “YMNE” traccia per traccia:

Potevano essere cinque canzoni, ma invece ne ho inserite solo quattro. 

“You’re my next ex” è la prima traccia dell’EP e anche la prima che ho scritto. In realtà prima aveva un altro nome, e non l’ho mai raccontato a nessuno, si chiamava xy xx, perchè avevo in mente i binarismi, la questione di genere e identità, ma poi ho cambiato idea durante il processo di scrittura.

“Trust”, l’ho scritta in Romania in uno studio che frequentavo prima del Covid e deriva da una delusione che ho subito da una persona cara, e in questa canzone mi sfogo anche se con un’aria frivola e pop, che poi nasconde in realtà un disagio interiore.

“Fvck Nostalgia” prima era solo in inglese, si chiamava “Kissed and Goodbye” e voleva essere un feat. con un artista tedesco, invece poi l’ho fatta con Beatrice Quinta ed è stato divertentissimo, anche perché siamo coetanee e ci siamo trovate.

E a chiudere c’è Superficial che mostra il mio lato più urban.

Hai mai sentito un tuo pezzo in radio?

Ma va, figurati! Manco un editoriale di Spotify è uscito. La mia speranza è che questo EP vada bene così posso fare meglio le mie cose, anche perché a noi indipendenti che cantiamo inglese non viene dato nessuno spazio nelle radio italiane.

Quindi non hai mai fatto nemmeno un live?

In realtà no, ma solo perchè non ne ho avuto il tempo: sono arrivata a Milano nel 2018 e non avevo nessuno al mio fianco, ma facevo comunque musica, poi nel 2019 a caso ho firmato con il mio management e da li hanno iniziato a farmi viaggiare, per vedere un po’ come mi comportavo nei Camp, in session, e quindi mi sono divertita tantissimo. Poi ricordo di aver preso i biglietti per andare a Vancouver, volevo incontrare dal vivo uno degli autori con cui mi ero trovata meglio a lavorare online e boom! E’ arriva il Covid e quindi niente.

E ora? 

Non ho mai smesso di lavorare, continuo a farlo perchè credo tantissimo nel mio progetto… anche se te lo dico, dopo questo EP una pausella me la prendo.

Prima di questa pausella dimmi qual è l’ultimo disco di cui ti sei innamorata:

L’ultimo di Jon Bellion. Stupendo!

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Alessia Labate