APN 73: Andrea Pompilio rende cool il made in china

Andrea Pompilio è uno dei designer più creativi del panorama italiano e come spesso accade in Italia se sei troppo non vai bene, ed è forse per questo che APN73, il brand italo-cinese di Andrea ha base dall’altro lato del mondo. L’abbiamo intervistato.

APN73 sposa a pieno la filosofia beyond genders, me ne parli?

Da sempre non ho mai avuto una segmentazione tra uomo e donna, anche prima del fenomeno unisex che è arrivato nelle ultime stagioni. Nei mercati asiatici sono anni che questo fenomeno è molto popolare ed è proprio lì che 10-15 anni fa ho visto i primi uomini indossare borsette da donna, tanto che oggi mi diverte particolarmente vedere uomini etero utilizzare lo smalto alle unghie come simbolo di modernità e trasgressione. Ma avendo potuto vivere in grandi città come New York e Parigi, sono sempre  aperto mentalmente ad un modo di esprimersi molto genderless ed è stato automatico applicare questa visione alle collezioni di Andrea Pompilio come a quelle di APN73.

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Lo stile militare è un feticcio old o ha ancora appeal sulle persone?

Credo che lo stile militare è decisamente un feticcio old. Io sono sempre stato affascinato ed  ispirato dalle uniformi che indossava mio nonno che era un ufficiale dell’esercito, quindi questo stile ha sempre fatto parte delle mie radici e di conseguenza è stato un punto di riferimento fondamentale nella mia vita ma credo che oggi abbia comunque grande appeal sulla maggioranza del pubblico.

Quali sono i tuoi luoghi del cuore in Italia e in Cina?

In italia sono infiniti, amo tantissimo il mio paese e sono fiero di essere italiano.

In Cina invece ho avuto la possibilità di visitare da turista solo Shanghai. L’energia che si avverte, le luci della passeggiata del Bund, viale lungo il fiume Huangpu e la vita artistica con infinite gallerie, installazioni e musei contemporanei rendono questa città uno dei miei luoghi preferiti dove amo passare un paio di giorni ogni volta che visito la Cina per lavoro.

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Le tue collabo, da quando hai iniziato ad oggi, sono infinite: a quale sei più legato?

Sono sicuramente molto legato alle collaborazioni che porto avanti ancora oggi. Quelle del passato sono state un’ottima occasione ed hanno creato un bagaglio che tutt’oggi porto con me nel mio percorso. 

Qual è il tuo target di riferimento? Chi/cosa immagini quando crei una collezione?

Non ho un target di riferimento, negli ultimi anni abbiamo lasciato da parte i target e le categorie a favore di collezioni trasversali che in base allo styling ed all’interpretazione che gli si dà possono essere indossati da giovani e adulti, uomini e donne allo stesso tempo.

Quando creo una collezione tutto parte da una mia sensazione, in base a quello che sto vivendo in quel momento. Solitamente immagino un personaggio, come quella persona che camminando in una strada affollata ti salta immediatamente all’occhio per la sua personalità ed è istintivamente incosciente della propria identità estetica. 

Quando hai iniziato diciamo che i social non avevano ancora preso il sopravvento, che relazione hai con il mondo del web?

 E’ una cosa abbastanza recente per me, pertanto ne sono affascinato anche se cerco di passarci meno tempo possibile.

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Cosmic Grunge si rifà ad una vecchia canzone di Jamiroquai, che musica ascolti?

Ascolto musica molto variegata e dipende molto dai vari momenti della giornata e da come mi sento. Mi piace tantissimo scoprire nuovi artisti anche se sono molto legato alla musica italiana degli anni 60 – 70.

Presenti le collezioni APN73 in video per via della pandemia o non vuoi proprio tornare in passerella?

Purtroppo quando abbiamo deciso di portare APN73 in Europa con la MFW eravamo già in piena pandemia quindi non ho avuto modo di fare presentazioni o sfilate. Spero, in futuro di poter approcciare la MFW con APN73 in maniera diversa.

Ha ancora senso oggi dividere le collezioni tra maschile e femminile?

Per quanto mi riguarda, sono anni che vedo le collezioni come trasversali tra uomo e donna prima ancora che si manifestasse il fenomeno gender-fluid quindi oggi, ancor di più, trovo che non abbia grande senso questa distinzione.

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Che significa per te sostenibilità?

Abbiamo deciso di utilizzare una politica diversa rispetto ai nostri competitors. Non ci adoperiamo solo a scegliere materiali sostenibili ma anche ad avere una sostenibilità globale. Abbiamo eliminato i campionari superflui, l’utilizzo degli showroom e di conseguenza le continue spedizioni di grandi quantità di merce in giro per il mondo ed infine abbiamo deciso di concentrarci su collezioni più focalizzate. Per questo abbiamo creato il nostro e-commerce che ci permette di controllare dall’interno la nostra rete vendite. Questo fa sì che anche io abbia sotto controllo quello che il cliente più apprezza del mio lavoro con un ammortamento dei costi.

Cosa ti senti di dire alle nuove generazioni che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso?

Per prima cosa “Good luck” , ma soprattutto di intraprendere in maniera estremamente professionale questo lavoro, senza essere superficiali e tenendo i piedi per terra, anche perchè occupa la maggior parte del proprio tempo, ti coinvolge al 100% e non è poi così tanto glamour come è stato raccontato nei film. Altra cosa importante, consiglio di trovare una propria identità artistica forte che possa darti quel qualcosa in più e renderti diverso dal panorama moda che, secondo me, oggi è molto sottotono.