Ross Watson è un artista di Melbourne. Nel suo lavoro il corpo maschile viene celebrato in maniera impeccabile. È ritratto in varia ambientazioni o sovente accostato a opere d’arte classiche, che creano insieme uno sguardo e un dialogo contemporaneo.
Ross Watson spesso usa come modelli delle sue opere personaggi sportivi, celebrities o personaggi famosi che vengono dai più disparati settori. Dall’ex rugbista australiano Ian Roberts al campione olimpico Matthew Mitcham, o a François Sagat tanto per menzionarne alcuni.
Quello che colpisce del lavoro di Watson è la sessualità che emerge sempre presente anche quando è meno esplicita, fatta anche in maniera ironica, iconica e soprattutto orgogliosa.
Ross Watson in questi paesaggi tra reali e immaginari si concentra sul corpo che porta le tracce di un realismo preciso che sfiora la raffinatezza come quella delle rappresentazioni classiche.
Ricordi il momento in cui sei stato attratto da voler creare arte?
Ero un ragazzo molto giovane e ho imparato ad amare il disegno e la pittura.
Che cosa significa l’arte per te?
L’arte è una delle cose più importanti e stimolanti della mia vita. Rimane ancora molto soddisfacente crearla ogni giorno. Adoro guardare l’arte classica nei musei di tutto il mondo.
Celebri spesso la forma maschile, qual è stato il primo modello che hai disegnato da quando hai iniziato a fare arte?
Il primo modello proveniva da una pagina di una rivista di moda. Mi ci è voluto fino ai miei 20 anni per avere la sicurezza di chiedere a un modello di posare per me.
Puoi dirmi quali differenze trovi nel creare oggi rispetto a quando hai iniziato? Cosa è veramente cambiato per te nella società e nel modo in cui crei arte?
Non è cambiato molto nel modo in cui creo la mia arte. Un cambiamento è stato l’arrivo dei social media. Posso vedere più arte di altri artisti in tutto il mondo e molti possono vedere la mia arte.
Penso che la nudità e la sessualità dovrebbero essere più celebrate, non hai mai la sensazione che anche se siamo nel 2022 a volte sembra che stiamo tornando con tutte le domande che ancora non sono state risolte sulla comunità LGBTQ+?
Sono d’accordo con te che dovrebbero esserlo, e molte delle mie opere le celebrano. Un problema con Instagram/Facebook è che non riescono a riconoscere i miei dipinti come opere d’arte e censurano e rimuovono i nudi. Sfortunatamente ci sono sempre stati problemi che interessano la comunità LGBTQ+ e, sebbene abbiamo visto progressi in molti paesi, c’è ancora molto da risolvere.
Come scegli il soggetto del tuo lavoro? Mi piace molto il contrasto che a volte crei con soggetti diversi nello stesso dipinto come ti vengono le idee?
I concetti mi vengono principalmente in studio dove considero centinaia di miei riferimenti. È un po’ come cucinare bene: trovare un’interessante combinazione di ingredienti che alla fine è eccitante e coinvolgente.
Il tuo lavoro è realismo contemporaneo, come riesci ad unire temi così diversi in un’unica immagine?
Questi temi possono apparire molto diversi, se ti prendi il tuo tempo per considerarli, riconoscerai che hanno cose in comune.
Qual è la tua ispirazione artistica preferita di tutti i tempi?
Caravaggio
C’è un tuo pezzo che non venderai mai?
Ce ne sono diversi di epoche diverse.
Puoi parlarci della tua nuova serie Diorama? Come ti è venuta l’idea?
Vedere le vetrine delle boutique di moda firmate di Melbourne vuote durante il lockdown mi ha dato l’idea. Le opere esplorano l’isolamento, l’attesa e la memoria del viaggio.