“EAT ME” è un progetto work in progress di Matteo Rigosa che canalizza tutto l’entusiasmo riguardo all’amore e al sesso, attraverso scatti privi di censura.
Il processo creativo si concentra sull’esaltazione dell’erotismo e dell’aspetto intimo dei contenuti. Le fotografie vengono scattate utilizzando dispositivi istantanei come telefoni cellulari e fotocamere Polaroid. La post-produzione è completamente assente, puntando a mantenere l’aspetto grezzo come elemento centrale.
L’obiettivo finale del progetto è quello di rappresentare la bellezza delle diverse pratiche sessuali e l’intesa che si crea nell’intimità tra due amanti.
Sebbene possa sembrare un progetto di fotografie erotiche pay-per-view, ”EAT ME” è invece una critica che mira a demistificare l’aspetto attraente ed esclusivo dei contenuti presenti su piattaforme come “OnlyFans” e simili, dove il corpo e l’intimo sono diventati semplici cibi pronti per soddisfare appetiti sessuali.
“EAT ME” vuole elevare questi contenuti ad opere d’arte, trasformando il sesso e l’erotismo da obiettivi finali di piacere fine a sé stessi a spunti di riflessione e punto di partenza per una produzione artistica.
Attraverso questa critica, si cerca di svelare il lato più profondo e autentico delle relazioni intime, sfidando le dinamiche mercificanti che spesso dominano le rappresentazioni contemporanee del sesso.
Il progetto invita gli osservatori a considerare il sesso e l’erotismo come temi complessi che vanno al di là delle rappresentazioni superficiali, spingendoli a riflettere sulle dinamiche di potere, sull’intimità e sulla connessione umana.
Matteo Rigosa, fotografo di 30 anni proveniente dalla provincia di Brescia.
Matteo ha da subito coltivato una grande passione per l’arte, in particolare per la fotografia e per questo motivo si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brescia, dove si è immerso in un mondo di arte e stimoli creativi senza fine.
La produzione artistica di Matteo prende il via nel 2015, in uno dei periodi più brutti della sua vita.
Afflitto da depressione e attacchi di panico intensi e debilitanti, Matteo, di comune accordo con la sua analista, ha deciso di creare una serie di autoritratti chiamati “Phototherapy” attraverso i quali ha cercato di rappresentare le sensazioni negative che stava vivendo, per dar loro una forma tangibile, analizzarle e alla fine sminuirle.
Attraverso la terapia, Matteo ha capito che gran parte delle cause di questo disagio erano radicate in un’omosessualità latente che cercava in ogni modo di rifiutare. Di conseguenza, negava a se stesso la piena espressione della sua identità e sessualità.
Presa coscienza di questo aspetto e accettandosi, la vita privata e professionale di Matteo ha subito una trasformazione radicale: i suoi soggetti hanno iniziato a contenere una carica erotica sempre più intensa, i colori sono diventati più vibranti e le inquadrature più ravvicinate, quasi come se volesse sfoggiare questa nuova consapevolezza, come se volesse recuperare tutto il tempo perso.
Oggi, la fotografia per Matteo Rigosa rappresenta un’espressione autentica e libera della sessualità e del suo essere. Attraverso le immagini, cerca di celebrare la bellezza e la sensualità dell’amore e dell’intimità, trasmettendo un messaggio di accettazione e gioia per la diversità sessuale.
Ogni scatto è un’opportunità per l’artista di esplorare, rivelare e condividere la propria storia personale, offrendo uno sguardo intimo sull’esperienza umana e la sua capacità di trasformazione.
eat me Matteo rigosa