“Celestiale”: tra fede, caos e libertà

Dopo l’acclamato Mèmori, il nuovo cortometraggio di Nicola Garzetti punta su una campagna di crowdfunding su Kickstarter per dare vita alla sua visione creativa, audace e senza compromessi.

Quando Maria Tomba ha cantato Diavolo in me di Zucchero sul palco di XFactor, l’immagine di una suora che cambia vita ha preso forma nella mente del regista Nicola Garzetti, trasformatasi poi in Celeste, la protagonista di Celestiale.

Con questa storia, il regista esplora il significato della libertà attraverso il caos, la spiritualità e la paura che nasce dal cambiamento. Ambientato in un convento, Celestiale è un dramedy che mescola fede e rave culture, momenti poetici e visioni psichedeliche. Tra apparizioni divine e dilemmi esistenziali, il film promette di lasciare il pubblico con più domande che risposte.

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Qual è l’ispirazione principale dietro “Celestiale” e come il concetto di “libertà” si intreccia con la dimensione spirituale e drammatica della storia?

Nell’edizione del 2023 di Xfactor, alla seconda puntata credo, Maria Tomba canta “Diavolo in me” di Zucchero. Lei strepitosa nel suo pijamino leopardato mi fa arrivare in faccia un treno di ricordi legati a questa canzone che si coagulano nell’immagine di una suora, di spalle, che si fuma una sigaretta. Ai piedi degli anfibi. “Saluta i tuoi e bacia i miei” dice la canzone e lì capisco che quella era una suora che stava cambiando vita.

Era come se la conoscessi già e sentivo che Celeste, perchè così l’avevo chiamata, aveva paura della sua libertà. Ho preso un quaderno e ho cominciato a scrivere tutta la sua vita e ho capito perchè aveva paura. Ma questo si scoprirà ovviamente nel corto, perché è dalla paura, che parte tutto.

Il cortometraggio affronta temi complessi come il libero arbitrio, la fede e l’uso delle droghe in modo non convenzionale. Quale messaggio desideri che il pubblico porti con sé alla fine del film?

Io non sono credente ma credo nell’energia che due o più persone possono creare in una stanza quando sono insieme. Ci sono droghe che questa energia la amplificano e che possono creare il caos.

Io amo il caos. Penso che le storie migliori nascano dal caos, perché le vite dei personaggi vengono buttate in direzioni imprevedibili.

E qui entra in gioco il libero arbitrio perché il personaggio è liberissimo di tornare alla casella del via e non muoversi più. In Celestiale i personaggi si giocano tutto con un tiro di dadi. Ma non ci sarà blasfemia, ho superato quella fase. Voglio che il pubblico si diverta e si faccia delle domande a cui sicuramente non sarò io a rispondere.

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Hai deciso di ambientare la storia in un convento. Cosa rappresenta questa location e come contribuisce a veicolare i temi principali del corto?

Il convento qui ha una dimensione assolutamente di pace, quiete e tranquillità. Spesso il convento è raccontato come un posto claustrofobico, ma non stavolta. Celeste non vorrebbe mai andarsene. Per lei è un posto sicuro, saldo. Se fosse per lei non se ne andrebbe mai. Poi arriva la lettera del vescovo e tutto crolla.

“Celestiale” promette di combinare dramma, ironia e momenti poetici. Come pensi di bilanciare questi toni contrastanti per mantenere un filo narrativo coerente?

Sarà un dramedy e la cosa bella di questo genere ibrido è che puoi amplificare più sfumature. Sarà molto coerente nella prima parte e schizzoide nella seconda. La macchina da presa seguirà questo doppio registro, ovviamente, ma anche la luce comincerà a comportarsi in modi imprevedibili, ci saranno apparizioni divine e demoniache, riferimenti alla rave culture affiancate ad immagini sacre e così via.

Dopotutto stiamo parlando di MDMA.

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La tua squadra include professionisti di talento con cui hai già lavorato. Come le esperienze condivise su “Mèmori” influenzeranno la produzione e l’approccio creativo di “Celestiale”?

Mèmori è stato un banco di prova su moltissimi fronti tecnici e umani. Poco fa parlavo di energia tra le persone e tra noi della crew quell’energia scorre generosa. Di base mi sono chiesto comunque come poter migliorare quello che non funzionava a pieno in Mèmori ma soprattutto in fase di scrittura pensavo “ Questa scena farà perdere il sonno a Simone (Biagini, il direttore della fotografia)?” Se la risposta era sì allora rimaneva nel copione.

Come mai hai deciso di promuovere il progetto su Kickstarter?

I corti cinematografici spessissimo si finanziano con bandi regionali ma i temi che affrontiamo in “Celestiale” possono risultare spinosi e quindi quei finanziamenti sono utopistici per questo progetto. Sulla pagina Kickstarter del progetto ci sono tantissime informazioni sul corto, sul cast e sulle nostre intenzioni. Volevamo essere trasparenti, prima di tutto.

Ci sono svariate ricompense, tra cui la Shopper con il logo del film che è la mia preferita. Raffigura una Madonna che alza le braccia al cielo con un sorriso estatico, gli occhi chiusi e tutte attorno pillole di ecstasy, con uno smile stampato sopra. Ovviamente, la shopper, è celeste. Un’altra ricompensa interessante è quella da 5€ che permette di vedere “Mèmori” tramite un link che viene inviato appena si sottoscrive l’offerta.

Quale ruolo avrà la musica nell’accentuare i temi del film?

Qui il sonno l’ho perso io perché ci ho messo un anno a capire che brano classico avrei voluto far remixare a Brian Matichecchia. Credo che saremo probabilmente poco eleganti e che ci daranno dei tamarri. Ma va bene così, perchè è vero. Anche la musica sarà un bel tiro di dadi.

Clicca qui per supportare Celestiale:

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