“Blur: To The End” è un documentario diretto da Toby L. che offre uno sguardo approfondito sulla reunion della celebre band britannica Blur. Il film documenta il processo creativo dietro l’album The Ballad of Darren e, soprattutto, i concerti sold-out al Wembley Stadium nell’estate del 2023. Al cinema solo il 24, 25 e 26 febbraio 2025.

Idoli di una generazione, antagonisti degli Oasis, i Blur esplodono sulla scena musicale internazionale nel 1994 con “Girls and Boys”, singolo estratto dal loro secondo album Parklife. Nel video della canzone, smaccatamente lo-fi, Damon, con il suo fare scanzonato che si porta ancora appresso, cantava: “Girls who want boys, who like boys to be girls. Who do boys like they’re girls. Who do girls like they’re boys. Always should be someone you really love”. La canzone diventa un inno generazionale e sarà solo il primo di una lunga serie di successi che segneranno 25 anni di carriera.
Il documentario si distingue per il suo approccio intimo, mostrando non solo le sessioni di registrazione e le prove, ma anche le riflessioni personali dei membri della band—Damon Albarn, Graham Coxon, Alex James e Dave Rowntree—sul loro percorso artistico e sulle dinamiche interpersonali.
Questo ritratto offre una visione equilibrata tra la gioia della reunion (incredibile pensare che non si vedevano da 10 anni prima di ritrovarsi in studio per registrare The Ballad of Darren) e le inevitabili tensioni che emergono quando si torna a lavorare insieme dopo anni di pausa.

Tutto scorre tra la vita in campagna a Devon (UK) di Damon, che sfreccia con la sua auto su stradine dissestate, dà da mangiare alle sue galline o sfida l’oceano d’inverno con il suo bagno quotidiano. Bella la descrizione dei membri, che svela anche in parte il legame che hanno con mogli e figli, ma anche il loro essere eterni “burloni”, che si ubriacano, fumano erba e raccontano avventure psicotrope.
Tuttavia, dal punto di vista musicale, il documentario non soddisfa appieno le aspettative di noi fan che abbiamo provato un brivido a rivedere Damon indossare la sua giacchetta iconica della Fila.
Avremmo voluto sapere di più sulla creazione dell’ultimo album in studio, che resta solo un pretesto per fare il documentario, ma non svela praticamente nulla del processo creativo. Anche le esibizioni live sono presenti solo nell’ultima parte del film, lasciando il desiderio di una maggiore immersione nelle performance di Wembley.
Nonostante ciò, Blur: To The End riesce a catturare la complessità dell’invecchiare nel mondo della musica, mostrando come i membri dei Blur affrontino la maturità, le sfide personali e familiari, mantenendo viva la loro creatività e passione, offrendo una riflessione profonda sulla band che ha inventato il Britpop.

