Domingo el Chino: Erotica a Colori

C’è un artista che non ha paura di sporcarsi le mani con il desiderio. Che trasforma la tela in un corpo, la pittura in carne viva, e il colore in un atto d’amore e provocazione. Il suo nome è Domingo El Chino, e se ancora non lo conoscete, è il momento di lasciarvi sedurre.

Domingo El Chino è cresciuto a Mérida, tra rovine romane e sculture di nudo che gli hanno insegnato, fin da piccolo, che il corpo non è mai peccato, ma memoria, verità, bellezza. Formatosi tra le aule dell’Università di Barcellona e le strade del mondo, oggi è uno degli artisti più sensuali, ironici e liberi della scena queer europea. Le sue opere sono una dichiarazione di intenti: gioiose, carnali, sempre in bilico tra tenerezza e trasgressione, tra erotismo e spiritualità pop.

Per TOH! Domingo si racconta senza pudore e senza posa: dalla scoperta della pittura con un maestro sordo, ai suoi baci ribelli tra uomini, passando per l’arte come strumento politico, intimo e necessario. Un’intervista che è come lui: intensa, colorata, sexy, e dannatamente viva.

Mettetevi comodi. O meglio, scomodi.

Quando hai iniziato a dipingere?

A quanto pare, avevo già un certo talento per i disegni complessi fin da piccolo. A otto anni, i miei genitori mi portarono a prendere lezioni di pittura a olio nello studio di un pittore locale. Lui si dedicava alla riproduzione di opere del Barocco spagnolo: Velázquez, Zurbarán, Murillo… Io ero impegnato a imparare come costruire una composizione, lavorare sugli sfondi, e mi cimentavo già con nature morte semplici.

La cosa magica di quell’apprendistato era che il maestro era sordo e muto, quindi dovemmo inventarci un nostro metodo di comunicazione.

Più tardi, questo pittore lasciò il paese in cui vivevo con la mia famiglia, e fu il parroco a prendere il suo posto nell’insegnarmi a dipingere. Dipingeva in stile impressionista, e mi insegnò a usare tutta la gamma dei colori.

Cosa significa per te l’erotismo?

Vengo da Mérida (Spagna), l’antica capitale romana della penisola iberica. Sono cresciuto circondato da sculture di nudo ed opere pittoriche erotiche. L’erotismo è sempre stato molto presente nella mia vita, e sempre legato all’arte. Quando ho frequentato l’Accademia d’Arte a Mérida, ho iniziato a disegnare e dipingere imitando le sculture greche e romane. Lì ho cominciato a comprendere la natura sinuosa della curva e a lasciarmi andare, superando le inibizioni nel rappresentare genitali, pose e altre parti anatomiche legate all’erotismo.

Ho sempre associato l’erotismo all’arte e lo considero una parte fondamentale della vita.

Oggi vedo l’arte omoerotica come uno strumento molto potente per la visibilità della comunità LGBTQIA+ e come un’arma per combattere tutte le posizioni radicali che cercano di sopprimere i diritti di persone omosessuali, bisessuali, transgender e di altre identità.

Il sesso è, senza dubbio, un elemento centrale nella tua arte. Come lo descriveresti?

Il sesso non si può descrivere a parole, perché è un linguaggio non verbale. Per questo uso l’arte per affrontare quel tema.

Se dovessi provarci, lo definirei come una forma di relazione—una relazione umana antichissima, in cui le persone usano i loro corpi, il respiro, i fluidi e le voci per generare un’energia reciproca e piacevole. Per me, questo è il sesso sano, e sì, credo che ci sia sempre una componente d’amore.

Trovo molto interessante il tuo uso del colore. Come nascono i contrasti e le combinazioni?

Dipingo per rendere il mondo più bello. Per me, il colore è stimolante e dona vitalità all’immagine. È una sorta di catarsi. Penso a chi guarda i miei quadri, e voglio che provi piacere non solo per la scena rappresentata, che a volte può essere cruda, ma anche per il gioco. Il gioco, il divertimento, l’intrattenimento e la gioia sono elementi fondamentali nel mio lavoro.

Per me, l’amore è collegato alla luce, in un senso profondo o spirituale.

Cosa ti emoziona di più quando dipingi?

Senza dubbio, i baci tra due uomini mi sembrano il gesto più rivoluzionario di questa epoca. Sono le scene che amo di più dipingere. Sono anche le più difficili, perché bisogna stare molto attenti con i pennelli: una pennellata sbagliata può cambiare completamente il risultato. I peni sono facili da dipingere e, per me, meno stimolanti. Anche se una bocca vicino a un pene è, in fondo, un altro tipo di bacio. Ma per rispondere alla tua domanda: sì, i baci sono ciò che preferisco dipingere.

Le scene che rappresenti sono tratte da esperienze reali?

In realtà ne ho praticate alcune, quelle più comuni. Non ho vissuto abbastanza per sperimentare tutto ciò che dipingo. E nemmeno vorrei.

Penso che la fantasia sia un elemento molto importante della sessualità, sia individuale che condivisa.

Dipingo molte fantasie tratte dalla memoria collettiva più che da esperienze personali. Le mie esperienze sono molto normali. Non ho un catalogo così vasto come quello che rappresento nei miei quadri, ahah. Non scopo così tanto.

Come definiresti il tuo stile pittorico?

Il mio stile è sicuramente libero, sciolto. Una pennellata troppo rifinita produrrebbe un risultato completamente diverso.

La gioia, la spontaneità e quel po’ di caos sono più in linea con l’idea di sesso ed erotismo che ho in mente.

Altrimenti, tutto risulterebbe molto serio, e secondo me la vita non è una cosa seria.

Nelle tue opere si alternano tenerezza e momenti di dominazione. Come spieghi questa dualità?

Come dicevo prima, la fantasia è un forte motore per la rappresentazione. So che ci sono persone che si sentono a proprio agio sia nel ruolo dominante che in quello sottomesso, ma non è il mio caso. Mi interessa di più osservare come le persone che vogliono sperimentare usano elementi formali di altre pratiche sessuali per divertirsi e conoscersi meglio. Per me, la salute sessuale—basata sul rispetto e il consenso—è l’aspetto più importante nella sfera affettiva e sessuale di una persona.

La tenerezza si combina facilmente con il piacere sessuale.

Gli esseri umani, a prescindere dal genere o dall’orientamento sessuale, anche le persone asessuali, sono esseri sensibili e apprezzano le attenzioni. È la base della felicità e del benessere.

Hai mai raffigurato un’esperienza personale in una tua opera?

No. Mai. Alcune opere possono somigliarvi, ma non è qualcosa che mi interessa.

Tuttavia, ho ricevuto commissioni da persone che hanno fotografato i loro momenti sessuali e mi hanno chiesto di dipingerli. Per loro è qualcosa di speciale.

Ho persino clienti che mi hanno chiesto di dipingere i loro genitali e poi li hanno esposti in casa. Tradizionalmente, questa si chiamava “arte da camera da letto”, e non è una novità. Possiamo pensare a Francisco de Goya, Andy Warhol, Tom of Finland, ecc.

Se dovessi associare una canzone alla tua arte, quale sceglieresti?

Silence Is Sexy degli Einstürzende Neubauten.