Look iconici, pelle scoperta e libertà: lo spettacolo era anche sotto al palco! Il Primavera Sound Barcelona 2025 è ufficialmente finito, e sì, ci piange un po’ il cuore. Perché ci siamo divertiti, ci siamo sentiti a casa e, soprattutto, abbiamo vissuto una delle edizioni più spettacolari di sempre.
La sorellanza pubblica tra le tre headliner denominate per l’occasione le powerpuff girls – Charli XCX, Sabrina Carpenter e Chappell Roan – ha attraversato tutto il festival, mentre il resto del mondo musicale guardava ammirato. Ma non c’erano solo loro: 311 show in totale, tra cui LCD Soundsystem, Fontaines D.C., ANOHNI and the Johnsons, HAIM, Wolf Alice. Un formato urbano riconoscibile e personale, sempre più consolidato, con Barcellona come motore di tutto ciò che è stato e che sarà.

Un festival che quest’anno ha accolto 293.000 persone. E sì, abbiamo già le date per il 2026: la 24ª edizione si terrà dal 4 al 6 giugno.
Ma torniamo a quelle 293mila persone… come erano vestite? Quest’anno, Charli XCX, Sabrina Carpenter e Chappell Roan hanno – anche senza volerlo – dettato i codici
di abbigliamento di ogni giornata. Il primo giorno? Verde ovunque. La folla ha abbracciato la Brat (never ending) Summer, tra abiti lime, mesh fluorescenti e uno spirito caotico e provocatorio come il disco di Charli.

Il secondo giorno? Civettuolo e romantico. Sabrina Carpenter ha portato con sé la sua estetica “sweet n short”, e il Parc del Fòrum si è riempito di pizzi, rasi, gonne svolazzanti e segni di baci ovunque. Sabato? Pink takeover. Chappell Roan ha chiesto alla sua fanbase di indossare qualcosa di rosa, e la risposta è stata un’onda glitterata di bandane, cappelli da cowboy, corsetti e ogni tonalità di rosa possibile.
Il tutto culminato sulle note di Pink Pony Club.

E poi c’erano loro, i nostri preferiti: quelli che non hanno chiesto consigli a Google, né a ChatGPT, né a nessun altro. Hanno semplicemente ignorato il concetto stesso di vestirsi. Pettorali sudati, capezzoli all’aria, intimo (quasi) inesistente… da far sembrare superfluo anche cantare “You wanna guess the colour of my underwear?”
Una sfilata di corpi, emozioni, libertà e individualità che ha illuminato ogni angolo del festival.
Ed è tutto nelle foto qui sotto.


















Foto e testo Giuseppe Di Rosalia