In un mondo libero dalla pandemia, la cantante Amelia Meath e il produttore Nick Sanborn – il duo musicale noto come Sylvan Esso – starebbero cantando il nuovo album Free Love, davanti alle folle dei festival in tutto il mondo.
Invece oggi hanno una Zoom call con me da Durham in North Carolina. Il pretesto è parlare di Free Love, il loro terzo album, che mescola folk, elettronica e pop suonando contemporaneo e nostalgico allo stesso tempo. Un lavoro che indaga nell’intimità e parla d’istinto di autoconservazione davanti alla vastità dell’amore.
Ciao ragazzi come state?
Bene siamo nel nostro salotto a Durham.
Il primo album SE ha avuto un successo travolgente, la prova del fatidico secondo album è stata superata con What Now, vi chiedo come avete affrontato Free Love?
Amelia: Vediamo… I nostri album cominciano sempre con noi che scriviamo canzoni ironiche e orecchiabili che racontano di come verrà distrutto il pianeta, di paure e minacce varie al mondo. La cover di Free Love ad esempio è uno scatto che ho fatto io a Nick mentre seduto osservava l’ultimo incendio che colpì Los Angeles l’anno scorso. Credo che quello sia stato l’inizio del nuovo album, difatti la prima canzone che abbiamo scritto è Runaway che parla della politica delle armi in America.
Nick: Quando cominciamo a lavorare un disco non conosciamo mai il nostro obiettivo, dobbiamo trovare il punto d’accesso naturale e ci sono sempre un sacco di porte da aprire. Ci chiediamo cosa vorremmo sentire, è una via di mezzo tra l’essere spaventati e accettati, ci dev’essere un principio guida che si sviluppa nelle canzoni e poi diventa il disco.
Free Love, un titolo che è uno slogan, cosa significa per voi?
A: Quando ho scritto Free la canzone che sta al centro del disco Nick ha detto intitoliamolo Free Love.
N: La fuori c’è un’ansia crescente e ho cominciato a pensare al passato recente quando amare le persone era una cosa estremamente facile. Sembra quasi come un modo naturale di sovvertire l’intero termine che penso sia stato in qualche modo interrotto dalla misoginia, dando nuova vita al significato di quelle parole ora, adesso. E sto parlando di me stesso non delle altre persone. Free Love è quasi un azione più che un’idea.
Credo che nel disco si percepisca una rinnovata libertà, come se vi siete sentiti più liberi di sperimentare, è così?
N: Credo sia vero perché per la rima volta avevamo uno studio nostro dove creare, costruire i brani, senza preoccuparci se era radiofonico o abbastanza dance. Abbiamo lasciato che la nostra musica fosse se stessa senza registarci sopra le nostre insicurezze. Abbiamo lavorato sapendo che lasciarci andare era una cosa che dovevamo fare consapevolmente, una scelta da abbracciare per poterci aprire, anche questo è Free Love.
A: Questo titolo mi piace perché può significare tante cose diverse. Mi ricorda gli anni ’70 e il modo di dire degli Hippie, fa riferimento alla musica libera che ormai nessuno paga più e tu riversi tutto te stesso in un disco sperando che qualcuno lo ascolti! Può essere anche un comando: libera il tuo amore e fai vedere chi sei.
Una delle mie canzoni preferite è Train, nel testo c’è un verso che dice “Pop music make me go insane”, spesso le persone si vergognano di ammettere che sono fan del pop, voi invece lo dichiarate cantando!
(gioiscono e ridono entrambe)
A: Volevo scrivere un pezzo su tutte le canzoni pop con cui ti sei innamorato di qualcuno e con cui poi hai rotto. Per questo nel bridge elenco tutte le canzoni d’amore che ho amato. Le canzoni d’amore sono deliziosamente consumabili, ma allo stesso tempo cestinabili.
N: La cosa bella delle canzoni accesibili è che nel bene e nel male ti accompagnano tutta la vita e anche se in quel particolare momento non ti sembrano importanti poi quando ti guardi indietro noti un legame indissolubile.
Ci somo diverse canzoni in More Love che mettono voglia di ballare penso a Ferris Wheel o a Runaway. Le avete scritte come antidoto a questo momento storico in cui ballare è proibito?
N: Ballare è qualcosa di emotivo, soprattutto ora. Il motivo per cui scrivi una canzone ballabile non è mai chiaro, è per gioia? Per rabbia? Per stare insieme?
A: Si, al 100%! Ballare ti fa uscire dal tuo spazio cerebrale, ti libera la mente e il tuo corpo si connette con le altre persone e con il mondo. Può essere sensuale a un appuntamento ma ad un matrimonio serve per connettere insieme altre persone. Mi manca un sacco andare a ballare…
Amelia, ti faccio una domanda personale. Ho letto di recente che lo scorso giugno hai fatto coming out come bisessuale su Twitter, intanto grazie per il coraggio ci vorrebbero molte più persone come te. Ti chiedo come mai hai sentito il bisogno di farlo proprio quest’anno? In Italia non abbiamo una legge che tutela la comunità LGBTQ+, non abbiamo gli stessi diritti delle persone etero, non abbiamo un matrimonio vero e proprio…
A: Nick ed io come saprai siamo sposati da 4 anni ma solo di recente lo abbiamo dichiarato. Volevamo che l’attenzione si concentrasse sulla nostra musica e non sul fatto di essere una copia. La bisessualità in un certo senso scompare quanto decidi di sposarti con una persone ed entrare in una situazione diciamo normale, ed ogni volta che le persone mi chiedevano: “Sei sposata?”, mi sentivo come sparire perché sentivo che non era la verità assoluta.
Quando abbiamo deciso di rendere pubblico che i Sylvan Esso sono una coppia sposata oltre che un duo, ho sentito la necessità di affermare anche la mia individualità, ammettendo di essere bisessuale.
Per parlare di come ci siamo sposati e di quanto amo Nick ho bisogno anche di parlare di come amo le altre persone. Il matrimonio non mi definisce, e come donna di solito quando ti sei sposato la tua vita è finita e la mia non lo è affatto! Mi sono sempre chiesta, quanto potessi condividere di me stessa al mondo e fino a che punto. Ho realizzato che c’erano cose di cui non parlavo solo perché era più facile per me non farlo. Questo coming out ha solo reso la mia vita più ricca.
N: Io ho sempre incoraggiato Anna a fare coming out operchè ho sempre pensato che questo gesto potesse essere d’aiuto ad altre persone. Infatti per giorni abbiamo ricevuto moltissime lettere di gente che ci ha ringraziato e ha condiviso la sua esperienza. La visibilità in generale nella vita è molto importante perché ti permette di vedere te stesso, e vale in tutti i ceti sociali, da una persona sullo schermo, in uno spettacolo, al cinema, è qualcosa che convalida la tua esistenza.
Come vi sentite a proposito delle elezioni in America, manca poco…
Oh Dio! (simultaneamente)
A: Oh mio Dio è qualcosa di immensamente stressante! Stiamo facendo letteralmente qualsiasi cosa possibile per incoraggiare la gente al voto. Se vai sul nostro sito ora c’è un bottone per registrarsi al voto, perché come sai abbiamo un sistema per votare assurdo. Ma stiamo tutti lottando. Noi viviamo in North Carolina, che è uno dei così detti “stati oscillanti”, perché il voto è sempre incerto, quindi a maggior ragione dobbiamo lottare e stiamo letteralmente spingendo la gente a farlo. In questo momento è praticamente il nostro lavoro.
N: La parte bella di questo lavoro è sentire che stai facendo la differenza, bisogna combattere l’apatia delle persone perché i politici sono solo contenti se stai in casa a guardare senza fare nulla. Ma te lo dico: è un fottuto incubo!
A: Non puoi capire cosa significhi chiamare a casa quelle persone che non sempre vanno a votare e chiederle se si sono registrate al voto e spingerle a farlo! Informarsi per loro, dirle dove possono andare a votare… Il nostro sistema elettorale è studiato per non far andare le persone a votare, è pazzesco!
N: Sì in pratica se vinci continui a vincere e se perdi a perdere, è questo il disegno di legge americano. Educare le persone è molto importante perché ogni cittadino conta. Siamo stati nelle scuole per incoraggiare i ragazzi a votare, ma vedavamo solo facce confuse e intimidite, è davvero una questione confusa e complicata, sembra assurdo ma è così.
Che poi non siamo nemmeno entusiasti di Biden ma è come si dice il meno peggio… Joe Biden è come lo zio strambo di casa, lo accettiamo non c’è problema, almeno non distruggerà l’ambiente.
Chiudiamo tornando a parlare di musica: album o canzone preferiti del momento per i Sylvan Esso?
A: L’ultimo album che ho amato è… aiuto ora m’imbarazzo… è la canzone di un cantante così Americano che probabilmente abbraccia anche la politica orrenda contro cui ci battiamo, ma non voglio saperlo! Quando sono depressa ascolto la stazione radio country che mi da una scossa e mi tira fuori dai miei cattivi pensieri perché mi fa divertire. E’ così che ho scoperto Hardy, la sua canzone si chiama Truck e parla di… camion! E’ la cosa più country pop che tu possa immaginare, è così bella e intelligente e anche così tanto americana… non so nemmeno quanto sia popolare ma mi fa piangere da quanto è bella. Ahahahahahah!
N: Io vado da una parte diametralmente opposta. Ho riscoperto un album dal vivo che si chiama Buchla Concert 1975 della pianista Susanne Ciani, è una performance di 22 minuti registrata live che trovo trascendentale. E’ così umana e pura e moderna se si pensa al periodo in cui è stata registrata. Ascoltatela.