Vipra te le canta e te le suona con intelligenza

“Simpatico, solare, in cerca di amicizie” è il debutto di Vipra, musica genderless dai testi ironici e taglienti, ritratto della società odierna, un album che nel panorama italiano fa riflettere.

Giovanni Cerrati in arte Vipra ex membro dei Sxrrxwland, gruppo che che con due ep anti convenzionali diedero uno scossone alla scena italiana, entrando subito nel cuore di molti, per poi sparire qualche mese fa, una mossa spiazzante ma in linea con la loro attitudine.

Vipra nasce dalle loro ceneri, nel senso che si porta dietro quel miscuglio di suoni che fanno si che il suo debutto “Simpatico, solare, in cerca di amicizie” sia incatalogabile a livello di genere, spingendosi ancora più in là, cosa rara in italia.

Un album che già dal titolo e dalla cover mostrano un amara ironia che nei testi riflette l’animo dei giovani (e non solo) di oggi: disillusi, apatici, stereotipati e in balia dello status da social media. Un album schierato come piace a noi. Lo abbiamo intervistato:

vipra
Vipra “Simpatico, solare, in cerca di amicizie” (Asian Fake)
Ciao Vipra, come stai?

Tutto bene, sto a casa, aspettavo la tua chiamata.

Ottimo, allora comincio dalla prima cosa che si vede prima di ascoltare la musica, la copertina di “Simpatico, solare, in cerca di amicizie”, trovo lo scatto e l’idea molto belli, come hai deciso di interpretare un uomo pignatta triste? 

Innanzitutto perché il contesto e la mia espressione sono in totale contrasto con il titolo del disco, tra l’altro mi sono preso un sacco di mazzate da quei bambini anche se avevano le mazze di plastica.

La foto che ha scattato Barbara Martire, che si è occupata della direzione artistica del disco, me l’ero immaginata io proprio a livello di composizione perché mi piaceva quest’idea della pignatta che è un oggetto che è normalmente associato a un momento di gioia e di festa, ma che però ha un lato dark perché se ci pensi tu spacchi un animale e mangi quello che ci sta dentro.

E’ come un invitato che alla festa non si diverte. Tante persone della mia generazione, non solo gli artisti, anche se il mercato della musica è sempre più usa e getta se pensiamo alla quantità di persone che sono sulla cresta dell’onda per un anno e poi scompaiono e quindi il pubblico non si affeziona e non approfondisce nulla anche perché non è nemmeno incoraggiato a farlo da chi si occupa di distribuire musica.

C’è un arte di larghissimo consumo e di puro intrattenimento e quindi gli artisti si sentono degli oggetti. Non è un discorso comune a tutti ovviamente ma è un processo che ha a che fare anche con tutto il mondo del lavoro e dalle relazioni.

Ci sono stati tutta una serie di cambiamenti dovuti alla situazione economica, alla tecnologia, ecc. che sicuramente se da una parte si dice che, forse come alcuni dicono, hanno reso la vita più semplice, dall’altra hanno impoverito estremamente non soltanto le persone a livello umano.

Quindi siamo in una situazione apparentemente colorata e brillante e festosa ma nel quale le persone si sentono in trappola e in procinto di essere rotte, solo perché qualcuno vuole le caramelle che hanno dentro. Questa è la metafora della copertina.

Il titolo “Simpatico, solare, in cerca di amicizie” sembra un po’ un annuncio per incontri, di quelli che si leggevano sui giornali nell’era pre-internet, me ne parli?

E’ esattamente quello ma succede anche sui social oggi difatti nella title track nel ritornello dico “Per colpa tua scrivo su Tinder: simpatico, solare, in cerca di amicizie” ad esempio su questo social nel periodo in cui l’ho usato ho notato che si usano tantissimo frasi per descriversi come wine lover, book lover, Netflix addict sono le tre che vanno di più forse avrei potuto intitolarlo “Wondeslust, wine lover and Netflix addict”.

Però capisco cosa intendi quando sui giornali c’erano gli annunci per gli scambi di coppia ma è la stessa cosa con un linguaggio diverso, è quel presentarsi “da vetrina” che è sommario e che in realtà dice delle banalità che potrebbero essere associate a chiunque ma è il modo in cui le persone, soprattutto oggi via social cercano di rendersi vendibili in senso relazionale.

Io che non ho nessun problema a mostrarmi antipatico, cimiteriale e che non cerco amicizie a meno che non capiti ovviamente, mi divertiva presentarmi in questa maniera. 

Nei tuoi testi per me c’è sempre una sottile ironia che cela lo specchio della nostra società, sei d’accordo?

Io sono così, sono uno che parla sempre e che è anche fastidioso per la gente che gli sta intorno, sono una persona caustica e tagliente nei confronti delle cose ma perché farmi una risata è il modo migliore per non incazzarmi.

Ci sono momenti in cui non sopporto più determinate cose e sbrocco però mi piace tenere uno sguardo ironico e la scrittura quando la faccio per me faccio in modo che corrisponda il più possibile alla mia personalità.

Se ci conoscessimo di persona non artisticamente capiresti che questo è proprio il mio modo di fare e di parlare. 

E’ come quando senti una frase che di colpo ti fa ridere ma poi ci ripensi e capisci che da ridere non c’è un cazzo!

Sono esattamente così! Rido e poi mi dico: cazzo ti ridi!

Ritieni i tuoi testi introspettivi?

Mi piace raccontare quello che mi sta intorno e mi piace pensare che chi ascolta la mia musica possa trovare delle congruenze con il mio modo di vedere il mondo.

Riuscire a trasmettere un’esperienza, una sensazione a qualcuno per associazione, si parla molto di incomunicabilità, è un ostacolo che cerco di superare con la musica.

Dimmi che feat. Fai e ti dirò chi sei… nel tuo album hai duettato con gli Psicologi, Fulminacci, Populous e poi con Margherita Vicario e Cmqmartina che sono state entrambe in cover di TOH! Come sono nate queste collaborazioni?

Tranne gli Psicologi che sono amici miei e che conosco anche al di fuori dal discorso musicale, ho scritto delle canzoni e non mi sono sentito di completare perché sapevo che ci sarebbero state bene altre persone insieme, nello specifico Baby Mama e Tagadà ho proprio pensato a Margherita Vicario per la prima e a Cmqmartina per la seconda, ricordo che ne parlai anche con Populous una sera a cena, perché mi sembravano stilisticamente sovrapponibili al loro mondo.

Io non le conoscevo personalmente, anche se avevo indirettamente lavorato con Cmqmartina perché ero tra gli autori di Serpente che lei rimaneggiò e portò ad Xfactor.

Le ho contattate in modo molto informale e sono state entrambe molto entusiaste, ci siamo presi come persone e sia con loro due che con Fulminacci è poi nato un rapporto di amicizia.

Di solito il feat. si fa per scambiarsi pubblico perché un artista è hype ma io non sono Lady Gaga ne un big italiano, non ho un pubblico da scambiare perché il mio pubblico non so ancora chi è quindi è stato tutto molto naturale e spontaneo. E poi condividiamo diverse idee, diciamo chiaramente che nel mio disco ci sono solo feat. di sinistra. 

Tagadà con Populous e Cmqmartina per me è la hit estiva perfetta, ci vedo anche un omaggio a Gigi D’Agostino, è così?

Ma grazie! Certo che c’è Gigi Dag, ma anche gli Eiffel 65, Prezioso, Dj Marvin, tutta l’Eurodance fine ’90 primi 2000 che è stato il mio primo impatto con la musica, ricordo che stavo alle elementari.

Oggi ricordiamo quelle canzoni con nostalgia e riconosciamo l’importanza che hanno avuto perché hanno portato un sound italiano all’estero, ma all’epoca erano canzoni d’amore per tamarri, quindi personalmente accosto questo tipo di sound all’amore e ho cercato di riproporlo in una forma 2020 mantenendo l’impronta anni ’90. 

Vipra - ph Barbara Martire
Vipra – ph. Barbara Martire
Nel mercato italiano si tende a fare musica stando chiusi in una categoria, pop, dance o trap che sia, tu mescoli tutto, possiamo dire che fai musica genderless e come vedi questo incasellamento, pensi avrà mai fine?

D’accordissimo sul genderless, mentre per l’incastellamento non so se hai familiarità con la frase “È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo” di Mark Fisher, che fece tutta un’analisi su come il mercato è interrelato profondamente con il tessuto sociale, per cui ci sono una serie di rapporti che noi consideriamo parte della nostra psicologia quotidiana.

Come dicevo prima la musica è diventata sempre più intrattenimento e associata a tutta una serie di cose che hanno a che fare con il mercato, con il denaro e di conseguenza con la psicologia collettiva.

Questa tendenza la vedi dal fatto che non esiste più l’idea di fare musica se non la puoi inserire in un contesto che sia di immediatamente di successo, la musica è fatta di investimenti, di gente che mette i suoi soldi per farne molti di più di conseguenza ci sono persone che decidono qual è il gusto collettivo del momento e lo impone.

Quindi ci saranno sempre persone che fanno e faranno musica come piace a loro senza uno scopo ma sono sempre meno questi artisti e sempre di più le persone che vogliono fare musica per avere successo.

Chi non si adegua a questa corrente è costretto a rimanere in una nicchia, io per fortuna scrivendo per altri mi posso permettere di fare quello che mi piace quando faccio musica per me.

Poi c’è anche chi fa musica che gli piace e fa tantissimo successo, non tutto è studiato a tavolino ma le playlist sono sempre dominate dai soliti 4 artisti e dalle solite etichette tanto che ormai i pezzi vengono annunciati come hit ancor prima di esserlo, quindi o sono tutti Nostradamus o c’è un sistema dietro che non è un complotto è lì alla luce del sole. Non credo ci sia modo di uscirne.

Ciao Bella” feat. Psicologi è forse il brano più politico del disco, un ritratto dell’Italia di oggi, come nasce?

Avevo fatto sentire diversi demo ai ragazzi una sera in macchina e a loro piaque molto quello che avevo buttato in questo pezzo, che poi abbiamo lavorato a distanza durante il Covid ed è diventato “Ciao Bella”.

Con Drast e Kaneki condividiamo sia le idee politiche che il modo di vedere l’industria discografica, parliamo moltissimo insieme e così ci siamo detti: ma invece di parlarne sempre tra di noi perché non facciamo una canzone? E’ stata una cosa molto spontanea e loro hanno già dei brani in cui si affronta questo tema, penso ad “Alessandra” che poi sono riflessioni su come vivono i giovani italiani oggi dai 16 anni ai 30 anzi diciamo ai 40, visto come vanno le cose. 

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Vipra – ph. Barbara Martire
Anche se il tuo punto di vista è molto chiaro cosa mi dici del DDL Zan che dopo esser stato protagonista di una delle discussioni parlamentari più ridicole della storia ora è slittato a settembre?

Sono giochi politici piuttosto stantii, io sono ovviamente favorevole soprattutto in questo momento dove si ha maggiore consapevolezza e più sensibilità nei confronti di argomenti che fino a 10 anni fa venivano derubricati a cose poco importanti.

Questo risultato oggi è stato raggiunto grazie alle lotte e alla fatica di tantissima gente che a volte ci ha anche lasciato le penne, si sono fatti ammazzare facendosi reprimere nel sangue anche da quei governi democraticissimi occidentali e garanti dei diritti di cui noi tanto ci fregiamo oggi, quando si dovrebbe avere adeguato rispetto da parte delle istituzioni.

C’è una parte di queste istituzioni e di politica che ovviamente fa della sua dialettica, della sua leva di potere nei confronti dell’elettorato, il fatto di creare loro delle minacce perché si basa sulla paura di un cambiamento, paura che si instaura nelle persone per una modifica di quella che è considerata la tradizione.

Cercare di arginare il futuro è come cercare di arginare il mare con le mani, non si può fare, ma si può fare istruzionismo e rendere più sofferente il processo di cambiamento e nel frattempo farci due soldi e ottenere anche una poltrona in parlamento facendosi garante di una cosa che non esiste, ovvero i buoni valori di una volta.

Come se tutto quello fatto in passato fosse stato buono, allora usciamo a bruciare le streghe, già si capisce che è una cosa che non vuole dire niente.

E’ una situazione grottesca e orribile e mi spiace dirlo ma oggi l’Italia è un paese restio al cambiamento nonostante la sua storia, ma sono sicuro che nel futuro questa gente ce la scorderemo come quelli che urlavano contro l’aborto.

Dobbiamo tenere duro non possiamo fare altro e dobbiamo combattere, perché io sono sicuro che la coppia gay aggredita a Roma sulla banchina della metropolitana, se quando si avvicinava l’aggressore gli tiravano una centra questo non lo avrebbe più fatto, così come le due ragazze lesbiche cacciate dalla spiaggia, bisogna imparare a difendersi con le mani non facendo video!

Andate in palestra, io ci vado e faccio kick boxing, se mi succede una cosa del genere io a questa persona gli spacco la testa non gli faccio un video, perché sono pure persone tronfie, non inclini al dialogo quindi mentre si lavora nelle sitituzioni, fuori da esse per evitare che una banda di stronzi di Casa Pound spacchi la testa a una copia di ragazzi gay perché gli sta girando il cazzo in quanto omosessuali repressi o perché loro padre li menava da ragazzini e quindi quando menano gli viene il cazzo duro, impariamo a difendercie e a rispondere noi.

La violenza non è una cosa di destra, è un arma di cui dobbiamo appropriarci quantomeno per difenderci, non esiste che ad un corteo di sinistra s’infiltrano dei fascisti e noi le prendiamo senza sapere cosa fare, a chi ci dobbiamo rivolgere? Alla Polizia che ci odia? Dobbiamo reagire, diventare un pochino più incazzati perché twittare e basta non va bene.

Alla prossima manifestazione prendo qualche mio amico grosso e vengo a fare il servizio d’ordine, non posso aspettare che uno stronzo metta una firma sulla carta dei miei diritti. Scusami mi sono un po’ dilungato ma queste cose mi fanno uscire pazzo.

Non devi scusarti anzi, dimostra che sei autentico e che credi in quello che dici perché ti appassioni mentre lo fai.

Hai voglia!

Vipra - ph Enrico Rassu
Vipra – ph Enrico Rassu
Senti ora ti faccio una domanda frivola così non chiudiamo l’intervista incazzati, noto dei riferimenti a Kurt Cobain nel tuo look, è una casualità?

Perchè è morto?

Ma no! Ahahahahah

Stò a scherzà! Ahahahahah ma hai voglia, io amo Kurt Cobain e i Nirvana li conosco bene, è una persona che nonostante il successo ha mantenuto sempre viva una certa sensibilità e proprio per questo probabilmente si è ammazzato.

Non è un mio riferimento diretto ma mi fa piacere se mi accosti a lui, anzi, finita l’intervista vado ad ascoltarmi Bleach!

Chiudiamo con l’ultimo album di cui ti sei innamorato e ti lascio andare ad ascoltare i Nirvana:

Mi piace molto “Vince Staples” di Vince Staples ma non ne amo il mixaggio quindi cambio e ti dico un album che sto consigliando a tutti che è “Marginalia III” di Masakatsu Takagi, un disco di pianoforte con suoni ambientali che trovo bellissimo.  Vipra Vipra

vipra vipra vipra