Uscito lo scorso 18 novembre, il primo disco di Anna Carol possiede l’energia necessaria per legare tra loro le dieci tracce che ripercorrono il suo avvicinamento alla musica e i suoi viaggi per l’Europa.
“Cinetica” (Nufabric Records con edizioni Kobayashi) è stato anticipato da alcuni singoli come “Inutili” e “Rotterdam” e ha visto la collaborazione di numerosi artisti e professionisti.
Nel clima di contaminazione e sperimentazione del disco, abbiamo deciso di fare qualche domanda ad Anna su come ha preso forma il suo primo album.
Come nasce “Cinetica”?
“Cinetica” nasce da una session di scrittura nelle Marche e dal periodo stranissimo della pandemia e la voglia di tornare ad essere una persona in movimento.
Da cosa deriva la tua energia? È qualcosa che parte da te stessa o che arriva dall’esterno?
Sono molto curiosa e a questa curiosità devo tanta dell’energia che ho. Grazie a lei incontro persone e vivo situazioni che mi ispirano e diventano nuova energia da incanalare.
Nella tracklist notiamo diverse produzioni, cos’hai ricercato in ciascuna di esse e in cosa si differenziano l’una dall’altra?
In un certo senso il coinvolgimento di musicisti e produttori con background diversi è stato parte della ricerca di una mia identità musicale. Cercavo di capire quale brano parlasse di più ai diversi produttori.
Il tuo stile è caratterizzato da molteplici contaminazioni, come riesci a conciliare mondi
musicali tanto differenti?
Sono una fan dei contrasti. Ascolto tanta musica e questo mi aiuta a trovare esempi di come vorrei che suonasse la mia. Credo che la musica sia musica, se è fatta bene è universale e va oltre ai generi.
La tua urgenza espressiva prende forma nel rapporto con la scrittura. Com’è avvenuta questa scoperta?
Ero a Colonia, in Germania, era un periodo di grande solitudine. Cantavo già da anni, ma solo in quel momento ho capito che non mi portava da nessuna parte e che avevo bisogno di dire qualcosa di mio.
La prima traccia del tuo disco si intitola “Sono qui” dove vorresti essere tra un anno e dove non pensavi di arrivare?
Grazie per aver chiesto tra un anno e non fra 10 anni, mi mette in crisi guardare così in là. Tra un anno spero di avere in mano il mio secondo disco. Non pensavo di arrivare ad avere il coraggio di mettermi davvero in gioco nella musica, la frequentavo da tanto ma non mi ero mai fidata fino in fondo di lei nella nostra relazione. Penso di aver perso tanto tempo.
Qual è l’ultimo disco di cui ti sei innamorata?
Sono persa per “Alpha” di Charlotte Day Wilson.
Con questo disco, quindi, Anna Carol ripercorre i momenti di solitudine, di riscoperta e di evoluzione che le hanno permesso di convogliare l’energia della sua musica in una narrazione personale ed universale insieme. All’insegna di una nuova energia, usciamo dai nostri confini per vedere cosa c’è al di fuori da noi.