“After Verecondia”, secondo album della cantautrice milanese Marta Tenaglia, è un flusso costante di emozioni travolgenti, sia quando pulsano di bassi, sia quando ti sussurrano all’orecchio.
Urla libertà e rivalsa il nuovo album di Marta Tenaglia, che con rabbia si toglie i sassolini dalle scarpe uno ad uno. “After Verecondia” (Costello’s Records) è il dopo vergogna, il prendere coscienza di chi si è come non si è mai fatto prima, per accettarsi e prendersi una rivincita. Ne abbiamo parlato con lei:
Ciao! come stai, anche considerando che il tuo album è uscito da poco?
Guarda ho così tanto da fare che le cose virtuali non mi interessano più.
Sei la prima artista che mi dice questa cosa, che è anche apprezzabile.
Beh sai la vivo in modo graduale, sono emozionata e contenta ma ho voglia di fare i live, quindi non sono agitata per una cosa che avviene online, dal momento che non ho milioni di persone che vanno subito ad ascoltare i miei pezzi.
Come ti sei approcciata a questo disco?
Con serenità: per me è faticoso dire “ok faccio un album” se non ho niente da dire, invece con questo disco mi sono sentita più serena nel farlo perchè avevo le idee abbastanza chiara sulla struttura che volevo dare ai miei pezzi e quindi è stato tutto molto scorrevole.
Mi spieghi il titolo?
In realtà mi piaceva il suono delle parole “After Verecondia” perché è tagliente e grezzo, mi sembrava che in qualche modo restituisse una certa complessità al disco. È come una nuova fase, sia da musicista che dal punto di vista personale. Se mi guardo indietro in questi 30 anni di vita ho avuto solo un’idea vaga di me stessa, ora che ho capito che non voglio più chiedere scusa a nessuno per come sono voglio viaggiare e vivermela alla grande.
Perché chiedi scusa per come sei?
Ma sai un po’ per timidezza un po’ per la fatica di trovare un posto nel mondo, un proprio modo di essere persona, donna, musicista senza per forza rispettare i canoni che la società ci impone.
Per questo il tuo disco suona così arrabbiato?
Beh è abbastanza incazzato, si apre con la prima canzone che nei primi dieci secondi dice patriarcato, cazzo e cose così..
Hai lavorato con Elasi, artista che stimiamo molto, come è stato?
Oh Eli è un’ispirazione oltre che un’amica. Da quando la conosco il mio percorso musicale è proprio cambiato.
Come hai scelto il primo singolo da pubblicare?
Abbiamo scelto dei pezzi in blocco come “Peccato”, “Redemption” e “Allodole” per dare l’idea delle diverse anime dell’album, senza pensare al mainstream o al successo immediato. “Peccato” ad esempio è un pezzo completamente fuori dalla mia confort zone ma è stato comunque divertente farlo. “Allodole” è invece la mia prefe, non vedo l’ora di cantarla live.
A tal proposito come sono i tuoi live?
Io sono un po burlona ma anche molto emotiva, mi sembra di portare sul palco tutto di me tra cui le mie insicurezze, infatti tra una canzone e un’altra faccio tipo stand up comedy perché far ridere le persone mi tranquillizza. Ne ho bisogno. E poi mi piace cambiare sempre le cose sul palco dagli arrangiamenti alle melodie e cose così…
Con che musica sei cresciuta e che musica ascolti oggi?
Ti dirò, nonostante sia figlia di un musicista sono cresciuta ascoltando pochissima musica ma quella che ho ascoltato mi è rimasta dentro: il cantautorato italiano da Pino Daniele a Dalla, poi ho avuto un incursione nel jazz che mi ha stregato.
Tornando al pop da ragazzina mi piacevano i Black Eyed Peas e oggi ascolto quante più artiste donne possibili perché ho bisogno di avere degli esempi. A volte faccio fatica guardando la scena mainstream italiana a immaginarmi che tipo di musicista voglia diventare, mentre all’estero guardo a Charli XCX che è una super produttrice e canta in mutande ed è stupenda, poi Nathy Peluso da cui mi farei calpestare se volesse.
Le ultime nomination dei Grammy sono quasi tutte di artiste donne, era un po’ che non succedeva e mi sono detto “oh finalmente!” e penso a quando questa cosa accadrà in Italia dove voi che fate musica sul serio siete tantissime e bravissime e non vedo l’ora che i riflettori puntino su di voi il più possibile!
Anch’io sento che c’è un sacco di fermento ma rimane tutto li, per questo cerco di guardare fuori dall’Italia perchè è più bello.
L’ultimo album di cui ti sei innamorata?
Mi sono innamorata dell’EP omonimo di Hyd artista americana che lavora a stretto contatto ed è prodotta da Caroline Polachek, che per altro live è sconvolgente, e poi “Motomami” di Rosalìa.
Marta Tenaglia Live sabato 27 gennaio, sPAZIO211