“A Modern Witch” di Adult Matters non è solo un album, ma un viaggio profondo e sincero nel cuore di un’artista che si confronta con il proprio passato, la propria identità e le emozioni più autentiche.
Nato in un periodo di grande complessità personale, “A Modern Witch” di Adult Matters è un atto di liberazione e riconciliazione con il sé più giovane, un modo per mettere ordine nella mente e trovare una nuova forza nella vulnerabilità.
Attraverso testi intensi e una trasparenza rara, Luigi Bussotti aka Adult Matters esplora temi di salute mentale, rabbia, amore e inclusività, tracciando un percorso potente e universale in cui la musica diventa strumento di guarigione e riscatto. Lo abbiamo intervistato:

A Modern Witch” è un album che trasuda emozioni crude e intime – in che modo la tua identità ha influenzato la scrittura di questo disco?
“A Modern Witch” è un disco che ho iniziato a scrivere nel 2021. Era un periodo della mia vita molto complesso. L’ ho scritto per liberarmi di alcune cose che mi portavo dietro da tantissimi anni: dal mio disturbo alimentare alla riappropriazione della mia identità.
È un album che sento fortemente connesso con il me bambino. L’ ho scritto per chiedergli scusa se non l’ho ascoltato, se l’ho dimenticato e se l’ho costretto a stare dove non voleva stare.
Hai parlato di riconciliarti con il tuo sé più giovane – che rapporto hai oggi con il tuo passato e con le persone che ti hanno fatto sentire fuori posto?
Con il passato ho un rapporto complesso. Ci sono alcune cose che non mi piace ricordare. Mentre scrivevo questo disco sono emerse: le ho accolte e ho cercato di dargli valore.
Ci sono molte canzoni che ho scritto per persone che non fanno più parte della mia vita. Attraverso i dischi è come se mettessi dei punti simbolici ad alcune fasi della mia vita.
Fare musica mi permette di mettere in ordine la mia mente.
La rabbia è un tema ricorrente nel disco – pensi che nella società italiana ci sia spazio per la rabbia, oppure abbiamo imparato a soffocarla fino ad arrenderci?
Credo che con la rabbia abbiamo tutti un rapporto “particolare”. Ci insegnano a non esprimerla, ci insegnano che si tratta di un’emozione negativa. In analisi ho imparato a gestirla, ad esprimerla.
Ho imparato a comunicare attraverso la rabbia le cose che mi infastidiscono. È davvero incredibile saperla gestire senza combinare disastri.
Sei molto trasparente su salute mentale e vulnerabilità – che ruolo hanno avuto questi aspetti nella tua evoluzione come artista e persona queer?
Sì, l’onesta per me è al centro di tutto: la musica per me non è un esercizio di stile. La musica è la lente con cui io osservo me stesso e il mondo che mi circonda.
Salute mentale e vulnerabilità hanno avuto un ruolo centrale nella mia evoluzione come artista queer. Quello della salute mentale è un argomento a cui tengo particolarmente ed è inevitabile che finisca nella musica che scrivo.
Sono una persona queer che scrive di amori infranti, dca e disturbi del comportamento. Sono cose che vivo tutti i giorni. E’ questo il mondo in cui vivo e il mondo che racconto attraverso la mia musica.

In Italia, la scena musicale indipendente sta diventando più inclusiva oppure è ancora un percorso a ostacoli?
In Italia c’è tanto lavoro da fare. Mi piacerebbe poter dire che la scena indipendente sia inclusiva ma non è così. Le line up dei festival sono lo specchio della società in cui viviamo e parlano chiaro direi.
Non mi piace generalizzare perché ci sono delle realtà “piccole” super inclusive e ci tengo a sottolinearlo, ma su larga scala e sui palchi grandi i passi avanti da fare sono molti.
Il titolo A Modern Witch richiama un’immagine forte e simbolica – c’è qualcosa nella figura della strega che senti affine a te?
ll disco ho scelto di chiamarlo così perché credo che negli ultimi tempi “la strega” sia diventato un personaggio molto pop ed è quindi un titolo “ironico”. Attorno a queste canzoni ho sentito sempre una forte magia e scriverle è stato catartico.
“Corrupt Bastards” è uno dei brani più intimi del disco, scritto in un momento di isolamento e vulnerabilità – cosa volevi esorcizzare con questa canzone, e come si intrecciano in essa il desiderio, la delusione e il bisogno di connessione autentica?
E’ l’ultima canzone che ho scritto del disco. L’ho scritta nel mio monolocale a Roma dove vivevo nel 2023. È l’unica canzone che ha un lieto fine.
Quando ho scritto Corrupt Bastards nella mia testa c’era una confusione incredibile. Mi sembrava di non riuscire più a distinguere le cose belle da quelle brutte, il giorno dalla notte e la luce dall’oscurità.
Poi l’arrivo di una persona che amo profondamente è come se avesse preso realmente a calci tutte le cose per cui soffrivo e le avesse fatte a pezzi per me.
Le foto che accompagnano il disco svelano invece un lato più ironico di Adult Matters – cosa vuoi comunicarci attraverso quell’immaginario visivo?
Ahahah! sì! Le foto le ho scattate con Simona Catalani (una mia carissima amica che ha un progetto super bello che si chiama Simmcat) e Leandro Agrò.
Ho deciso di scattare con loro proprio perché essendo i miei migliori amici mi sentivo libero di poter essere come sono e mi sentivo super a mio agio. L’ Art direction di questo album l’ho curato insieme a loro e ad un’altra mia carissima amica: Annachiara D’Agostino.
Eravamo tutti d’accordo sul fatto che le canzoni fossero davvero “pese” e che servivano delle foto che andassero un po’ ad allegerire tutto il carico emotivo dell’album.
Ultimo album di cui ti sei innamorato:
L’ultimo disco di cui mi sono innamorato è “If You Asked For A Picture” di Blondshell. Non riesco a smettere di ascoltarlo.
