“Go” è il nuovo singolo di Radio Trapani, una malinonica ballad costruita su un tappeto di synth che nel video vuole esorcizzare la mascolinità tossica.
Piemontese ma con base ad Amsterdam, Radio Trapani arriva dal jazz, è un conoscitore della musica insomma, prima di trovare la sua identità musicale e di genere, di esperimenti ne ha fatti diversi.
Radio Trapani è la sua ultima metamorfosi, e “GO” il nuovo singolo estratto da un EP che vedrà luce nel 2022.
Oltre a scrivere e produrre insieme ad Almazzieri (iosonouncane), Radio Trapani dirige anche i suoi videoclip con un approccio amatoriale che funziona e mette in risalto il suo talento anche in questo.
Il video di “GO” è una danza leggera ed emotiva interpretata dall’artista stesso che mette in risalto la sua fragilità esorcizzando lo stereotipo della mascolinità. Un artista che riserverà sorprese non solo in Italia. Lo abbiamo intervistato:
Partiamo dal nome, perché Radio Trapani?
Era il nome del mio account Instagram, il mio amico Gianluca con cui studiavo al conservatorio faceva sempre gli anagrammi coi nomi, il mio è Dario e quindi ero Radio, Doria, Arido ecc.. Quindi Radio Trapani perchè dopo aver fatto jazz per anni ho iniziato a scrivere pop songs, e anche perchè c’è un DJ che ha il mio stesso nome ed è arrivato prima, quindi così evitiamo l’omonimia. Infine perché mi piace.
Quando inizia la tua esperienza nel mondo della musica?
Ho iniziato a 12 anni giocando a “Music” sulla PlayStation, era un videogioco per fare musica con una libreria di loop. Poi ho iniziato a suonare la chitarra da teenager attorno ai 13 e da lì in poi ho suonato in mille gruppi dal garage rock al jazz con una transizione accademica piuttosto lunga eheh.
Ho sempre scritto musica, con qualche pausa dovuta a blocchi emotivi e paranoie artistiche. In quei periodi ho imparato canzoni di altri o suonato musica di altri.
Poi un paio d’anni fa ho detto “basta, devo prendere in mano la mia vita musicale” e da lì in poi ho ceduto ad un’antica chiamata che era quella del songwriting, quindi del canto e della produzione, due modi di fare musica nuovi per me, fuori dalla comfort zone ma che sento come molto sinceri.
Che erano i tuoi idoli musicali da ragazzino?
Blink 182, Jimi Hendrix, Daft Punk e Miles Davis, insalata mista
Hai una delicatezza nel suono e nella produzione che mi ricorda una certa indie americana, ho pensato ai Passion Pit per esempio, (anche se l’attacco di Go mi ha ricordato “La Crisi” dei Bluvertigo che reputo un pezzone), cosa ispira le tue canzoni?
Grazie! I Passion Pit non li ho mai ascoltati ma da ora li ascolterò. La cosa che dici de “La Crisi” è verissima. Di base sia l’attacco della melodia che i primi due accordi sono identici ed entrambi i pezzi sono in Re maggiore.
Ovviamente tutto involontario… per un momento ho pensato di fare la seconda strofa uguale a quella dei Bluvertigo di proposito ma con parole diverse, poi mi è sembrata una scemenza. “La Crisi” è un pezzone, mi è sempre piaciuto, speriamo non mi denuncino.
Le mie canzoni nascono quando mi siedo a suonare di base, raramente ho delle visioni mentre faccio altro. Niente di trascendentale, scrivo gli accordi e poi canto parole a caso in finto inglese.
Il processo forse più mistico avviene scrivendo i testi, prendo quelle parole senza senso e faccio decine di variazioni (in inglese vero stavolta) senza badare al significato. Ad un certo punto una frase che mi colpisce si manifesta senza che io la cerchi, e quello diventa il testo.
Ti parlo del processo qui perchè poi finisce sempre che ciò che scelgo ha sempre a che fare con una fase della vita che sto vivendo. Tipo l’anno scorso ho avuto un breakup doloroso, e da lì ho scritto diversi pezzi tutti dedicati alla mia ex. Però può essere qualsiasi cosa, mi piace che le canzoni si manifestino senza che io provi troppo ad imporre un testo specifico.
Come mai hai deciso di cantare in inglese? Una scelta non facilissima per il mercato italiano…
Perchè ascolto principalmente musica in inglese fin da quando ero piccolo, ed è più facile scrivere per me. In più vivo ad Amsterdam quindi lo parlo regolarmente. Però l’italiano non lo escludo. Ogni tanto scrivo testi lunghi e li rappo sopra dei beat che faccio io, just for fun, e lí scrivo in italiano. Mi piacerebbe lanciare un side project magari un giorno, vediamo.
Hai pubblicato 3 singoli ma direi che la tua cifra stilistica è già piuttosto delineata, come proseguirà?
Mi fa piacere che tu senta una coerenza, proseguirà con un EP in cui metterò le breakup song dell’anno scorso. Si chiamerà “TVB Kind Of Love” ed uscirà nel 2022.
Hai un estetica ben precisa, dalle cover dei tre singoli ai tuoi video che per altro hai girato tu stesso, che studi hai fatto?
Ho studiato chitarra jazz e musica elettronica al conservatorio di Milano e di Amsterdam. Riguardo ai video, li facevo da ragazzino perchè andavo in skateboard e mi piaceva filmare i miei soci e montare le immagini sulla musica. Sui video sono completamente naive, sulla musica invece abbastanza geek, amo il jazz e la teoria della musica.
La produzione invece è a metà fra le due cose, la approccio in maniera spontanea, ma essendo collegata alla musica ogni tanto certe cose mi viene da approfondirle più di quanto mi serva effettivamente.
Però ultimamente cerco di non disperarmi troppo nel tentativo di raggiungere standard professionali di nessun tipo nel produrre, voglio focalizzarmi su ciò che credo siano i miei lati più forti e che mi fanno stare meglio, e approfondire quelli. Il canto invece non l’ho mai studiato ma prima o poi..
Nel video del tuo nuovo singolo “Go” ti metti a nudo, e mostri un lato maschile romantico, un immaginario che si discosta molto dalla mascolinità tossica a cui la società è esposta, ti dico quindi per prima cosa grazie e poi ti chiedo: cosa lo ha ispirato?
Dunque.. mi interessa esporre il lato più emotivo quando scrivo perché l’ho represso per anni prima di fare coming out tre anni fa come bi, e da lì in poi è come se avessi perso la vergogna a mostrarmi vulnerabile e sensibile, anzi la vedo proprio come una skill di cui vado molto orgoglioso, e che mi fa sentire molto a mio agio con me stesso.
Quindi mi interessa che coloro con cui interagisco si possano sentire al sicuro nel mostrarsi a loro volta se vogliono, e quindi magari non mi dispiace mostrarmi per primo per fare spazio.
Molte persone tendono a sentirsi più al sicuro o a rivelarsi molto di più quando qualcuno mostra i lati più deboli per primo, e da qui nascono dei legami profondissimi, sincerissimi.
Dunque da un lato questo mi ha ispirato, dall’altro non ho un budget per i miei video (PER ORA!!!) e quindi mi diverto ad ingegnarmi con delle idee semplici da realizzare.
Qui c’era l’idea del mettersi a nudo che è in sintonia col messaggio del pezzo, il tulle invece era quasi per richiamare in maniera astratta il fantasma di una persona che non c’è più ma che comunque ti circonda ed è una presenza ancora ingombrante, evidente.
Poi non mi importa che questi messaggi arrivino del tutto guardando il video, mi piace ballare in camera ho scoperto, quindi era anche una cosa per stare bene. Last but not least, l’ho fatto assieme alla mia amica Eleni Anastassiou in un boschetto dietro a casa qui ad Amsterdam, e senza di lei non sarei riuscito a fare niente, amo lavorare con lei e anche a lei vanno i meriti della realizzazione!
L’ultimo album di cui ti sei innamorato e perchè:
[scrolls Spotify] Te ne sparo tre:
“PICTURA DE IPSE: Musique Directe” di Hubert Lenoir perché è unico! Ci sono questi sassofoni bruttissimi che mi fanno morireeeee!
“All Day Gentle Hold” di Porches perché lo adoro in tutto ciò che fa e mi ricorda un sacco la mia ex e piango.
“Donda” di Kanye West perché anche se spara cazzate nelle interviste, le canzoni che scrive mi colpiscono un sacco e la produzione qui è super scarna ma comunque potentissima.