Silvia Lermo,“Sopravvivo nel mio costante otto volante”.

Silvia esprime attraverso la sua arte una maturità nata da una forte voglia di vivere attraverso essa. Una sopravvivenza come lei stessa afferma, data dalla poca mancanza di sostegno delle istituzioni per la cultura e la bellezza.

Un’arte narrativa, riflessiva e intima. Silvia ci trasporta nel suo mondo interiore, ricco di vari aspetti e di turbolenti stati emotivi. Si mette a nudo allo spettatore in terza persona attraverso uno scenario ricco visivamente di vari oggetti e soggetti che mantengono un equilibrio visivo. Il rapporto con la natura è fondamentale per Silvia, come il rapporto con gli animali, ad esempio il cavallo a cui dona una serie di dipinti celebrandolo nella sua maestosa bellezza fisica ma anche sottolineando la sua potente natura simbolica. Silvia ci fa sicuramente riflettere che se nella vita si rincorrono i propri sogni, e si fa della propria passione un lavoro in parte hai vinto con te stesso, aldilà delle mille difficoltà che si possano riscontrare. 

I dipinti di Silvia raccontano se stessa, ma raccontano un po’chiunque, tra mille emozioni e mille paure da affrontare quotidianamente. 

Chi è Silvia, ci parli un po’ di te?

Sono nata nel 1986 a San Fernando, Cadice. Mi sono laureata in Belle Arti presso l’Università di Siviglia e, nonostante il mio lavoro sia pieno di cinematografia e composizioni che ricordano molto la fotografia (un’altra mia passione), i miei riferimenti sfociano in temi molto più profondi.

Il punto di partenza del mio lavoro è la mia infanzia e le esperienze passate.

È per questo che le mie radici di Cadice sono palpabili nelle mie creazioni. Le montagne di sale, la spiaggia, il mare e la mia terra costituiscono una realtà artistica che tuttavia ci trasporta.

Come vive in Spagna un’artista?

Ho la fortuna di potermi dedicare e sopravvivere con ciò che mi piace, ma come sottolineo “sopravvivo” perché questo è un “otto volante costante”.

In questo Paese gli artisti non sono pienamente valorizzati o curati, a cominciare dalle istituzioni.

In altri paesi europei, gli artisti hanno molte più strutture per esercitare questa professione. A volte esporre il tuo lavoro ti costa denaro a causa della produzione di materiali, tempo e scarse vendite. Insomma, sono molto contenta di fare quello che faccio, ma attualmente dedicarsi alle arti visive o alla cultura in generale in questo paese è difficile.

Cos’è per te l’arte?

Credo che l’arte sia tutto, è la bellezza che risiede dentro ognuno di noi con i nostri punti di forza e di debolezza. L’arte è una parte indispensabile oggi affinché tutto non sia così grigio.

Chi sono i soggetti che raffiguri, come ad esempio gli uomini?

Il mio lavoro è nutrito da un processo fotografico esaustivo che mi aiuta a formare collage unici catturati attraverso la pittura. I personaggi che di solito rappresento nei miei lavori sono persone profondamente radicate nel mio ambiente.

Parto dalle mie immagini che mi aiutano a rivelare la realtà che voglio raccontare in un determinato momento.

Uso sia le mie fotografie con simboli autobiografici, sia fotografie che trovo e poi modifico per creare l’ambientazione per il mio lavoro.

Spesso nei tuoi lavori troviamo una contaminazione tra l’uomo e l’animale, perché?

All’interno dei miei dipinti possiamo vedere i paesaggi invasi da qualcosa di più dell’umano, di solito attribuisco al protagonista la figura del cavallo. Non è affatto banale che sia quello e non un altro animale. La figura del cavallo rappresenta nelle diverse culture e religioni un simbolo di forza e potenza.

Quindi, consapevolmente o inconsapevolmente, utilizzo un animale di potere, nobile e leale, e lo rappresento in varie situazioni con il protagonista; a volte sconfitto, a volte lontano… A volte inerte.

Forse, la sensazione di potenza e forza che ci dà la loro presenza è in realtà la rappresentazione di potenza e forza che io stesso cerco di mostrare, timidamente, nella rappresentazione del mio modo di affrontare le mie stesse emozioni e le mie stesse paure.

Ed è così che, a volte senza forze, a volte ferita, cerco di curare i miei sogni vitali, con la loro rappresentazione plastica.

Questo o altri animali sono quelli che mi permettono di passare dal piano fisico a quello spirituale.

Quanto e perché la natura è importante per te?

Il mare, le saline e tutti i paesaggi che rappresento sono la base fondamentale per comprendere il mio progetto. L’importanza sta nell’essere l’idea portante del mio progetto, della mia terra, delle mie origini, dei miei ricordi, delle mie esperienze.

I tuoi lavori trasmettono molto contatto fisico. Sei una persona molto fisica ?

Sì, lo sono. Le relazioni personali che abbiamo tra di noi sono ciò che ci forma come persone e ci rende ciò che siamo.

Cos’è per te la libertà?

Per me  la libertà, è alzarsi ogni mattina e poter lavorare su ciò che mi piace.

Che musica attribuiresti alle tue opere?

Di solito ascolto musica di tutti i generi, ma principalmente ascolto musica indie e gruppi come The xx, The Smiths, Ivan Ferreiro e Vetusta Morla.