Nick Hoover uno sguardo onesto su attimi semplici

Nick Hoover con la sua arte analizza momenti di vita quotidiani, che possono essere piccoli a volte e possono sembrare banali, ma invece sono carichi di un’intimità e di una voglia da parte del soggetto di esporsi. Non solo a gli occhi degli altri, ma anche dei propri come se si volesse osservare, scoprire o ritrovare.

Nick Hoover ha un approccio pittorico onesto, dove manifesta la sua consapevolezza nel saper osservare se stesso e il suo ragazzo. Crea un contesto semplice nel quale ci è facile ritrovarsi, offrendo allo spettatore un attimo in cui immergersi e identificarsi.

I suoi dipinti usano il colore e la luce in modo da esplorare la loro importanza sulla pelle dei soggetti nell’attimo in cui la espongono, a se stessi e a gli altri, in un gioco in cui ci si domanda: quanto di noi stessi diamo o esponiamo? 

Lo spettatore diventa per i quadri di Nick Hoover un voyeur di corpi che si stanno dedicando ai propri desideri, dove non si manifestano totalmente come se qualcosa li trattenesse.

E’ disagio di essere totalmente guardati o lo scetticismo sul proprio corpo dato dalla timidezza nel rivelarlo totalmente? 

Questi quadri colgono gesti quotidiani che potrebbero essere presenti nella routine di qualsiasi persona.

Il lato sessuale è ridotto a gesti lievi, come quello di abbassarsi le mutande, come se Nick Hoover trattenesse quello che altrimenti diverrebbe palesemente ovvio e forse scontato.

Chi è Nick Hoover?

Sono un pittore. Vivo e lavoro a Brooklyn, New York.

I tuoi quadri sono intimi e sexy. Spesso i ragazzi si tirano giù le mutande? Come mai?

Penso che le figure nel mio lavoro abbiano una relazione complicata con i loro corpi e con il desiderio. Le figure nei dipinti cercano alla fine di guardarsi dentro, in un atto di contemplazione di sé, ma allo stesso tempo si espongono allo spettatore. Senza contesto, uno spettatore contemporaneo può interpretare questo gesto in diversi modi. È il gesto che conosciamo per segnalare una sorta di proposta sessuale ed è il gesto che segnala il completamento di una sorta di atto di piacere personale.

Chi sono i ragazzi nei tuoi dipinti?

Per lo più io o il mio ragazzo, ma alcuni vengono da ricordi o altri riferimenti.

Che tipo di reazione speri che la gente provi guardando la tua arte?

Penso che una certa quantità di disagio e d’interrogazione sian sempre positive.

Che cosa significa per te l’arte?

Sballo per tutto il corpo.

Qual è la cosa più eccitante che trovi negli uomini?

Il mio terapeuta dice di non rispondere a questa domanda.

Penso che ci sia un forte erotismo nei tuoi quadri, è così esplicito che si percepisce, quanto è importante per i tuoi lavori?

Mi interessa molto il corpo, il desiderio e la semiotica, la memoria e l’identità. Amo dipingere la pelle. Mi piace come può essere esposta. Mi piace il disagio che provoca.

Qual è il tuo punto di vista sulla censura nell’arte?

Wow, va bene. Dove iniziare? Ovviamente penso che la censura sia antitesi dell’arte. Penso che la cattiva arte verrà ordinata in base alla storia dell’arte nel tempo. Credo nel consenso. Penso che le domande sulla proprietà tra artista e soggetto creino una discussione interessante se il lavoro è davvero fottutamente buono.

Se avessi il potere di realizzare un tuo sogno quale sarebbe?

Poter dare di più.

Se pensi alla tua vita in generale o alle persone che hai conosciuto quale ti ha insegnato di più?

Mia madre! Mi piacerebbe pensare che per la maggior parte dei ragazzini gay (soprattutto artisti), questo sia probabilmente vero.

Quanto è importante per te vederti nelle tue opere?

Sono molto inconsapevole quando si tratta di mettermi nel mio lavoro. Non sono sicuro del perché. Non mi preoccupo di piacere a nessuno. Il lavoro può quindi riguardare anche qualcos’altro.

Progetti per l’estate?

Io e il mio ragazzo abbiamo appena fatto un grande viaggio in giro per l’Italia: Roma, Toscana, Firenze e Venezia. Ci farai da guida tu la prossima volta?

Assolutamente sì. Quando volete…