Ann Demeulemeester è un brand indipendente da sempre (uno dei pochi ormai) e in quanto tale da sempre subisce variazioni impreviste e passaggi di mano più di ogni altro.
La designer, una dei Sei di Anversa, che dà il suo nome al brand si è ritirata nel 2013, lasciando tutto in mano al suo braccio destro Sebastian Meunier che l’ha gestito per sette anni finché, dopo alcune collezioni poco convincenti per il pubblico, l’imprenditore Claudio Antonioli ha acquistato il marchio con il lasciapassare della sua fondatrice e mandandolo avanti per circa due anni senza un direttore creativo. (Cosa che trovo deplorevole)
Oggi però è arrivata la news che per il brand inizia un nuovo corso: Ludovic de Saint Sernin, giovane designer indie che si è conquistato la fama negli ultimi anni con le sue collezioni genderless diventando uno tra i designer di punta della Paris Fashion Week, sarà il nuovo capo della creatività di Ann Demeulemeester.
Nelle foto che hanno accompagnato l’annuncio, De Saint Sernin è ritratto con indosso pezzi d’archivio del brand – come se volesse dirci che il suo nuovo approccio sarà tanto personale quanto filologico.
Il comunicato del brand sottolinea il modo in cui il nuovo direttore inietterà la propria personalità nel brand, mossa che sicuramente servirà a creare nuovo interesse ma soprattutto a rendere il marchio più rilevante e attuale per un’industria in cui il valore della genderlessness diventa sempre più importante.
La prima collezione di Ann Demeulemeester disegnata da De Saint Sernin sarà presentata a Parigi il prossimo marzo, in occasione della fashion week.
Ann Demeulemeester (nata nel ’59), non utilizza né colori, né motivi, eppure anche le sue collezioni permettono a chi le indossa di esprimere tutto il proprio stile. La designer ha sempre cercato di fuggire al clamore della stampa e ritiene che per ottenere l’apprezzamento del pubblico il marketing sia meno importante della sensazione tattile di un abito, cosa che verifica con mano dal momento che è la prima a provare e indossare i suoi abiti.
Usa solo materiali naturali come pelle, lana e flanella. All’inizio il suo stile fu giudicato androgino e severo, ma la stratificazione dei tessuti e il modo in cui si avvolgevano attorno alla silhouette, insieme all’accostamento dei materiali hanno diffuso un nuovo concetto di femminilità.
Spesso viene considerata la fondatrice del grunge, perché i punti a vista e le cuciture irregolari contribuivano a dare l’impressione di incompiuto, facendo riferimento anche ai giapponesi.
In poco tempo la stampa riconobbe la fragile poesia dietro l’apparenza marziale dei suoi abiti e riservarono recensioni entustiastiche sia per la stilista che per le sue creazioni. Con una lettera scritta a mano e firmata anonimamente con una ‘x’, nel novembre 2013 Ann Demeulemeester ha lasciato la sua griffe, fondata nel 1985, per motivazioni personali.