La classifica dei 10 film e delle serie che ci hanno conquistato a tema LGBTQ+ o che hanno una quota queer tra i loro personaggi.
Per tutto il 2022, le piattaforme di cinema e streaming hanno offerto film LGBTQ+ che hanno deliziato gli spettatori. La rappresentazione queer, sia davanti che dietro la telecamera, si è evoluta con intensità quest’anno, sia per evasione che per mostrare uno specchio della nostra cultura. Lo stesso si può dire della TV, che ha visto “Heartstopper” incoronato come il nostro programma preferito del 2022.
10 – Fire Island (Disney +)
“Fire Island” è una versione gay di “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen basata sulla mecca gay di Fire Island a New York, già divenuto un classico queer. Il film segue i migliori amici Howie (Bowen Yang) e Noah (sceneggiatore Joel Kim Booster), insieme alla loro famiglia prescelta, mentre salpano per la loro vacanza annuale a Fire Island.
La gioia queer è al centro di questa commedia romantica di Andrew Ahn. Pur affrontando in modo pratico argomenti di razza, immagine corporea e autostima, “Fire Island” riesce a rappresentare in modo autentico la natura edificante di ciò che significa far parte di una chosen family amorevole.
Questo film è puro spasso, impossibile non identificarsi in uno dei suoi personaggi, la scelta perfetta per una serata cinematografica collettiva.
N.9 – “My Policeman” (Prime Video)
Si è parlato sin troppo di Harry Style nel film di Michael Grandage “My Policeman“, adattamento dell’omonimo romanzo di Bethan Roberts in cui Harry interpreta Tom, un bel poliziotto con un segreto nascosto.
Un dramma romantico per lo più ambientato negli anni ’50, quindi in un periodo in cui l’omosessualità era illegale, e che vede il cuore di Tom diviso tra sua moglie Marion (Emma Corrin) e l’amante Patrick (David Dawson).
Con scene di sesso esplicite e tenere, “My Policeman” è la cronaca di una storia d’amore consumata e condannata sulle rive di Brighton. Il film è destinato a lasciarti con gli occhi appannati man mano che questi personaggi invecchiano e il rimpianto del tempo perduto diventa inevitabile.
N.8 – “In from the Side”
“In from the Side” è la storia di una relazione adulterina tra due membri di un fittizio club di rugby gay. Il film esplora i molteplici tipi di legami che possono verificarsi all’interno di un grande gruppo di uomini gay in un ambiente sportivo di squadra apparentemente iper-maschile e aggressivo, illuminando le tensioni emotive molto reali e le pressioni che questo può creare.
La storia è incentrata su Mark, un membro del club relativamente nuovo e inesperto che ha una relazione disfunzionale con il suo partner disinteressato, e il suo coinvolgimento romantico adultero con il giocatore di rugby più esperto, Warren.
In contrasto tra momenti più leggeri e sorprendenti per un debutto a basso budget, il film punta a un melodramma brillante, dove tutto è amplificato mettendo insieme una partita emozionante e altamente omoerotica, giocata sotto la pioggia battente e il fango, con gli uomini che urlano e si contorcono al rallentatore.
N.7 – “The Inspection”
“The Ispection” è un film drammatico americano diretto da Elegance Bratton ispirato alle sue esperienze di vita reale. Il film segue un giovane uomo che affronta l’omofobia, sia in un campo di addestramento dei marines che a casa da sua madre.
Dopo aver superato i testi fisici necessari per diventare un marine, Ellis French si reca nel campo di Parris Island, nel Carolina del Sud. Quando i suoi commilitoni scoprono della sua omosessualità, Ellis è costretto ad affrontare feroci episodi di omofobia e nonnismo.
Il film è stato acclamato dalla critica e la performance di Jeremy Pope ha ottenuto una nomination ai Golden Globe 2023 come miglior attore protagonista in un film drammatico.
N.6 – “All the Beauty and the Bloodshed” (al cinema dal 23 febbraio 2023)
“All the Beauty and the Bloodshed” è il documentario sulla fotografa Nan Golding che ha trionfato alla 79ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
La grazia e la profondità delle sue fotografie sono così sorprendenti che sembra che i suoi soggetti queer ci stiano osservando mentre noi li guardiamo, con quella sorta di sguardo trattenuto attraverso il tempo e la cultura che li rende potenti e unici.
È necessario ricordare quanto sia ordinario e radicale un gruppo di adorabili persone trans che fanno un picnic nel parco, o ascoltare, vedere e sentire come l’epidemia dell’AIDS appariva e si avvertiva per le persone lgbt+ che la maggior parte dell’establishment politico americano sperava solo di vedere morire.
La regista Laura Poitras struttura la storia di Nan durante il documentario, muovendosi avanti e indietro nel tempo in una gigantesca giostra girevole delle fotografie di Nan Goldin con un risultato poetico e potente come la sua arte.
N.5 – “The White Lotus: Sicily” (Sky)
Il successo di una serie come “White Lotus: Sicily” denota una voglia generale di leggerezza, tra tante serie cervellotiche o troppo frivole la serie di Mike White trova quel giusto equilibrio tra il voyerismo delle vite degli altri da social e un mistero irrisolto.
Se la stagione 1 aveva diversi aspetti lgbtq+, in “White Lotus: Sicily” si amplificano: c’è la bromance story tra i due migliori amici Cameron e Ethan in vacanza con le mogli, l’amicizia fluida delle due escort Lucia e Mia, la bollente scena di sesso tra Quentin e il suo “nipote” Jack e ancora Valentina che perde la sua verginità lesbo con Mia in modo gioioso e romantico.
Senza svelarvi altro e in attesa della stagione 3, ci auguriamo che la nostra Sabrina Impacciatore diventi famosa in America perché è ora che qualcuno si accorga del suo innegabile talento.
N.4 – “Everything, Everywhere, all at Once” (al cinema)
Un caleidoscopio action movies sul multiverso, “Everything Everywhere All At Once” dei Daniels è il film più sorprendente dell’anno, una vera impresa che spero faccia incetta agli Oscar 2023. L’assurda commedia drammatica segue Evelyn (Michelle Yeoh), il suo sfortunato marito (Ke Huy Quan) e la sua figlia ribelle (la formidabile Stephanie Hsu, mentre la famiglia viene controllata dall’IRS.
Un mix tra commedia, fantascienza e azione con un grande impatto emotivo, ed effetti speciali da far girare la testa. La quota queer di “Everything Everywhere All At Once” si trova in Joy (Hsu). La giovane donna vuole presentare la sua ragazza a suo nonno, arrivato per la festa di Capodanno cinese della famiglia.
Folle ma pieno di speranza, esilarante e straziante allo stesso tempo, “Everything Everywhere All At Once” parla d’imparare ad amare nonostante le disperazioni della vita. Un film che muove quesiti e che resterà nella tua mente per molto molto tempo.
N.3 – “Euphoria 2” (Sky)
Sebbene non sia una rappresentazione accurata della maggior parte delle esperienze queer che abbiam vissuto personalmente al liceo, la trama forte e realistica della provincia Americana di “Euphoria” ha affascinato il pubblico per due stagioni ed è uno dei pochi spettacoli a mostrare le storie dei giovani LGBTQ+ in modo veritiero.
La due volte vincitrice di un Emmy, Zendaya, nella serie Rue, è la vera protagonista della seconda serie, dove viene sviscerato il suo personaggio di liceale dipendente dalla droga che complica la vita delle persone che la amano.
Tutto sempre sbattuto in faccia senza filtri, tra cheerleader, spacciatori, nerd amanti del teatro, giocatori di football, una cam girl e un papà chiuso in se stesso. Certo avremmo voluto vedere un po’ più Jules (Hunter Schufer), ma di sicuro la nuova stagione in arrivo nel 2023 la riporterà alla ribalta, altrimenti ci sarà una vera e propria insurrezione dei fan.
Sicuramente la serie migliore degli ultimi anni, consigliata ai puritani che non vogliono aprire gli occhi sulla realtà.
N.2 – “Tutto Chiede Salvezza” (Netflix)
Risvegliarsi in un centro psichiatrico dopo un TSO e doverci rimanere una settimana. È questo quello che succede a Daniele (Federico Cesari), un giovane romano, dopo un violento scatto d’ira davanti ai genitori al termine di una serata d’eccessi.
Liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, “Tutto Chiede Salvezza” è una serie italiana che prova ad affrontare un tema ancora considerato tabù: quello delle malattie mentali.
La serie segue Daniele in questa difficile settimana portando lo spettatore a chiedersi se il protagonista abbia davvero dei problemi psichiatrici o se è stato vittima di una reazione esagerata.
In sette episodi, ciascuno per ogni giorno della settimana la serie è un incalzante calvario che diventa scoperta di sé, senza rinunciare all’ironia e all’empatia che scaturisce dai “matti” con cui si trova a convivere ognuno con la sua storia personale, a cui si aggiungono medici e infermieri.
La quota queer è interpretata da Gianluca (Vincenzo Crea), che interpreta il “femminielllo” con il padre militare, e lo fa con una delicatezza e con un realismo che ci è entrato subito nel cuore.
N.1 – “Heartstopper” (Netflix)
La serie “Heartstopper” segue la storia d’amore tra due adolescenti, il gay dichiarato ed intellettuale Charlie Spring (Joe Locke) e l’esuberante giocatore di rugby Nick Nelson (Kit Connor). “Heartstopper” è una serie leggera e gioiosa senza conflitti, ed è esattamente ciò che i giovani queer vogliono: venire a patti con la loro sessualità o identità di genere senza traumi esistenziali, ma con naturalezza tramite l’esperienza e la scoperta di se stessi
“Heartstopper” è la serie che avremmo voluto vedere tutti da teenager perché mostra l’omosessualità nel modo più naturale possibile, senza drammi e senza lo spettro delle malattie.
A meno di un mese dalla sua uscita, Netflix ha rinnovato Heartstopper per altre due stagioni, prepariamoci ad innamorarci di nuovo.
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