Sethu è il nome d’arte di Marco De Lauri, artista savonese classe ’97 fa sempre coppia col fratello gemello Jiz, con lui anche sul palco di Sanremo dove ha presentato il brano “Cause Perse” ispirato al loro rapporto.
Se siete attenti ai nuovi talenti il nome di Sethu gira da un pò, lo abbiamo visto duettare al MIAMI 2022 al fianco di Claudym sulle note di A/B, lo abbiamo ascoltato insieme agli ISIDE in “BREAKOUT v10” e ancora con WAKO o con ANZJ, tutti nomi da tenere sott’occhio.
Dopo un inizio nel punk ligure Sethu, sempre insieme al fratello Jiz, si lascia contaminare da più stili con incursioni nel metal, nel trap e nel pop, come accade nei 5 pezzi che compongono il nuovo ep “Cause Perse” (Carosello).
A dicembre 22 Sethu partecipa a Sanremo Giovani con I’adrenalinica “Sottoterra“, entrando tra i finalisti e assicurandosi così il suo posto al Festival di Sanremo 2023 tra i big in gara.
Il resto della sua storia ce la siam fatta raccontare qualche giorno prima della gara:
Partiamo dalla domanda che si fanno (quasi) tutti, “Ma chi è Sethu”?
In realtà è una domanda che mi faccio anche io, faccio musica da un pò ma lo sto ancora scoprendo. Il mio percorso è cominciato nel 2018 quindi sono ancora in divenire. Mentre lo scopro lo chiedo agli altri. Diciamo che quella che si vede oggi è la punta dell’iceberg e pian piano vorrei svelare tutto quello che ci sta sotto.
Jiz è tuo fratello gemello con cui lavori a stretto contatto, la canzone di Sanremo “Cause Perse” parla di voi, vedo che hai dei tatuaggi nuovi sul dorso della mani: “Ne con te” e “Ne senza di te”, fanno anche loro riferimento al vostro rapporto?
No, la frase intera sarebbe “Non posso vivere ne con te ne senza di te” e rappresenta il mio rapporto con la musica che mi fa stare molto bene, ma allo stesso tempo è un continuo confrontarsi con me stesso, con le mie insicurezze e le mie paranoie.
Quindi a volte mi pesa anche e mi sembra di non poterne stare ne con, ne senza, mentre con mio fratello non posso stare senza e basta, è una parte fondamentale di me, senza di lui non sarei me stesso.
Io e mio fratello ci siamo sentiti dire spesso che “siamo due cause perse” ma eccoci qua sul palco più importante d’Italia con un pezzo interamente scritto e composto da noi due e nessun altro. “Cause Perse” è un pezzo che parla di rivalsa nonostante i numerosi fallimenti.
Condividete anche gli stessi gusti musicali?
Sì, abbiamo due caratteri molto diversi ma musicalmente seguiamo gli stessi obiettivi nello stesso modo. Poi parte qualche pugno ma con affetto, siamo fratelli del resto.
Dal look ai tuoi testi direi che hai un anima piuttosto dark, è così?
Io amo il nero, è una forma più estetica che uno stile, poi nella vita sono molto tranquillo e la musica tira fuori il mio lato introspettivo e più oscuro che nella vita di tutti i giorni tendo a nascondere.
Pur essendo giovane, ho avuto esperienza che mi hanno portato ad avere a cuore certe tematiche come la salute mentale, penso che la musica sia fondamentale da questo punto di vista.
Tu interiorizzi il problema quando ne parli o percepisci che ci sono tanti altri che si sono sentiti come te. La musica semplicemente amplifica questo messaggio, facendoti capire che non sei da solo.
Nelle tue canzoni ti diverti ad usare la voce in modi diversi, spazi dal melodico, all’urlato, al falsetto, creando un identità tua al di là del genere, me ne parli?
Dipende da quello che devo comunicare, ci sono cose che riesco a dire solo rappando e altre solo urlando e altre cantando.
Uso lo stile che penso sia più adatto per comunicare una determinata cosa. Ad esempio in “Solo Tu” che è un pezzo autobiografico avevo tante parole da dire, quindi il rap era perfetto.
Considerando il tuo crossover di generi, qual è il tuo background musicale?
Azz… allora io nasco nel punk e sono ancora fan di quello brutto, incattivito e marcio, questo fino a sedici anni, poi son passato al rap, anche perché questi sono gli stili che contraddistinguono Savona la mia città.
Sono l’unico oggi di tutti i miei amici a non fare rap, ho sempre fatto generi molto duri ma di nascosto nella mia cameretta con un cantato pop, a me il pop piace proprio tanto ma intendo quello di Ed Sheran o Justin Bieber. Quindi cerco di portare nel pop il mio passato punk e rap.
L’ultimo album di cui ti sei innamorato?
Un po’ scontato ma devo dirti “After Hours” di The Weeknd.