La carne cruda di Giulio Noccesi

Giulio Noccesi è un artista con una profonda sensibilità, che riesce a trasmettere in modo semplice, trasportandoci nel suo mondo contrastante.

La memoria, il dolore, la passione fanno compagnia a Giulio durante la notte e si riflettono sul suo lavoro. Elegante, con una visione particolareggiata della realtà, ricorda in versione contemporanea i grandi artisti della sua terra, Firenze.

Cos’è la prima cosa che fai al mattino? 

In genere guardo un po’ di video di gatti su Instagram.

Quando hai iniziato a dipingere? 

Ho iniziato da bambino, mi divertivo e gli adulti mi dicevano che ero bravo quindi ho continuato.

Come descriveresti il tuo processo creativo? 

Mi piace dipingere e disegnare, faccio queste cose ogni giorno cercando di esplorare cosa trovo interessante o emozionante.

Quali mostre hai visto ultimamente? 

Ho visto Casorati e i futuristi alla fondazione Accorsi e la retrospettiva su Roberto Innocenti a palazzo Medici Riccardi. Mi sono piaciute molto.

Quale canzone o artista ascolti spesso ultimamente? 

La mia band preferita sono i King Crimson, loro li ascolto sempre. Ultimamente in fissa con The Sheltering Sky. Mi sono appassionato di Nick Cave ultimamente, di lui direi qualsiasi pezzo di tebder prey o the good son.

Cosa sogni frequentemente?

Mia mamma da quando purtroppo mi ha lasciato a settembre, la folla, il sesso.

Spesso sogno feste piene di ogni persona che conosco.

Chi sono i protagonisti dei tuoi lavori? 

Sono spesso persone immaginarie che nascono da quello che vedo di me stesso nelle persone che conosco. A volte però sono solo forme e colori che danno senso alla pittura.

Come definiresti le tonalità dei tuoi dipinti? 

Mi piacciono i colori, soprattutto il rosso. La definirei accesa.

Cos’è per te la libertà? 

La capacità di imporre violentemente il proprio volere sulle persone e il mondo.

Qualcosa di reale, terribile, violento e bellissimo insieme.

Gli Who dicevano “I’m free and freedom tastes of reality”

Perché la carne ? 

La carne è la realtà delle cose. È la materia di cui siamo fatti noi e tutti gli altri animali. La realtà violenta e conturbante che obbliga l’uomo a superare le sue contraddizioni e guardare in faccia la propria animalità per poterla oltrepassare.

È lo specchio della nostra natura malvagia a cui non possiamo sfuggire ma che è essa stessa il brulicare osceno della vita senza di cui non esiste proliferazione e riproduzione.