Yves Decamps e il suo riciclo fiammingo.

Il divertente che diventa a tratti inquietante. Questo è quello che suscita l’arte creata da Yves quando si osservano le sue facce dalla fisionomia surrealista.

Yves Decamps è amante dell’arte fiamminga e del surrealismo, crea un immaginario del tutto personale e unico. I tratti dei suoi visi sono portati all’estremo, sono distorti, hanno proporzioni esagerate, sono una mescolanza di vari volti, ma sopratutto di varie personalità. 

Yves Decamps crea personaggi unici da volti familiari ,che ci ricordano qualcuno, ma che in realtà sono solo fonte della sua creatività.

Mi potresti raccontare come mai nella tuo bio hai scritto che sei un artista la cui arte nessuno vorrebbe mettere in salotto ?

È una specie di scherzo, ma mi ci è voluto molto tempo prima d’iniziare a vendere i miei dipinti, quindi mi chiedevo se forse non avessero l’estetica necessaria per essere apprezzati in un salotto. Le opere che ho realizzato negli ultimi anni sono anche molto più stilizzate rispetto ai miei primi disegni, che erano più estremi e sempre in bilico sui confini del buon gusto e del politicamente corretto.

Oltre Yves Decamps l’artista mi parli di com’è Yves Decamps da persona? 

Sono un uomo piuttosto normale, sposato, padre di due figlie adolescenti. Non mi vedo come “Yves Decamps, l’artista”. 

Mi diverto e cerco di guadagnarmi da vivere perché, a dire il vero, odio i lavori. 

Per me è molto difficile inserirmi in un sistema o seguire una routine quotidiana, mi annoio molto rapidamente.

Chi sono i soggetti che ritrai? 

Sono personaggi immaginari, costruiti digitalmente, tratti dalla mia personale distonia. Ogni volto è la combinazione di almeno cinque o più volti diversi.

Perché i volti sono esageratamente grandi? 

Non credo che siano così grandi. Ho vissuto per 15 anni in Perù, tra le montagne, e ho sempre adorato le maschere folcloristiche della regione andina, quindi probabilmente questa è una grande influenza.

Quanto l’arte fiamminga ti ha influenzato? 

Amo molto i primitivi fiamminghi. L’incredibile livello di tecnicità di pittori come VanEyck, Dierick Bouts, Bosch etc. è incredibile. Credo che lì si possa trovare la vera origine del surrealismo. Se si osservano le espressioni facciali dei dipinti fiamminghi del XV e dell’inizio del XVI secolo, forse si possono trovare alcune somiglianze nel mio lavoro.

Che corrente artistica senti più vicino? 

Non credo molto nelle correnti, preferisco guardare gli artisti individualmente. Ma se devo sceglierne una: il surrealismo.

Inquietante e divertente, un mix voluto? 

Sì, penso che molta arte sia troppo seria e troppo pensata. 

Mi piace ridere e far ridere gli altri. 

Non penso che i miei dipinti siano inquietanti, ma uso la stessa tecnica dei film horror degli anni Ottanta. Se esageri, ad esempio, cose come la violenza, diventi divertente.

Che musica attribuiresti alla tua arte?

Mi ispiro molto ad artisti come Ween, Frank Zappa o Captain Beefheart. È il tipo di assurdità della loro musica che mi piace tradurre in immagini.

Come vivi la fase creativa? 

Tutto è già presente, bisogna solo metterlo al suo posto. È come un puzzle. Ma non sempre funziona e allora può diventare un po’ frustrante.