BECAUSE mette in mostra la risposta artistica all’oppressione sociale.

BECAUSE, in italiano “Perché Sì” è l’esibizione organizzata dalla Dorothy Circus Gallery di Roma per presentare un inedito gruppo di Artisti con un linguaggio tra i più innovativi e indipendenti.

BECAUSE colmando così l’assenza di una specifica iconografia dell’ipermoderna ribellione e della sua rappresentazione libera nell’arte.

Con la mostra BECAUSE, la DCG cambia rotta rispetto alla sua tradizionale linea curatoriale, portando in scena una mostra collettiva che ha come obiettivo quello di lanciare un grido sotto forma d’arte per rispondere all’assurdità del mondo in cui viviamo.

Uniti in un corpo di opere all’avanguardia gli artisti di BECAUSE compongono un inedito scenario di giovani e talentuosi messaggeri dell’arte visiva che promuove il cambiamento.

Gli artisti sono stati scelti per la loro ricerca innovativa e audace, che riflette l’obiettivo della galleria di supportare le nuove “voci” nella scena artistica contemporanea e di sensibilizzare sui temi sociali.

Ogni artista è stato invitato a interpretarlo in un senso più ampio, secondo la propria missione individuale e i propri sentimenti personali. Comprendendo la libertà di espressione attuale come risposta all’oppressione sociale e al fanatismo, ma anche l’eguaglianza sociale e l’amore tra due individui, un amore che trascende tempo e spazio.

“Perché sì”, come fosse una dichiarazione, ha un significato molto potente e profondo per questa mostra. Permette di essere ridefinito come una risposta significativa alle domande legate all’identità.

Questi artisti con il loro linguaggio innovativo e la personale ricerca di una figurazione indipendente, rappresentano la specifica iconografia dell’iper moderna ribellione e della sua rappresentazione libera nell’arte contemporanea.

La mostra si terrà dal 18 marzo al 15 aprile e fa parte dell’impegno della DCG di Roma nel supportare gli artisti emergenti e nel celebrare il potere dell’arte di apportare un cambiamento positivo nel mondo.

Le opere esposte evocano lo stesso senso di catarsi, gioia, liberazione e trasformazione che sperimentiamo quando siamo in grado di pensare e agire liberamente, senza il pregiudizio altrui. Opere per veicolare un messaggio universale di libertà, amore e auto accettazione.

Gli artisti che fanno parte di BECAUSE sono Jemima Sara, Maria Vez, Leonardo Niola, Torto Lawrence, Olasunkanmi, Damien Cifelli, Massimo Scognamiglio, Qhua Ma Nande, Indra Dan, Erkut Terliksiz e Giulio Secondo.

Giulio Secondo

Chi ci legge ha già incontrato il nome di Giulio Secondo su TOH!

Abbiamo da sempre apprezzato i suoi lavori e il suo innato talento e per questa occasione abbiamo deciso di rincontrarlo.

Giulio Secondo all’anagrafe Jacopo Bosio, è un artista italiano residente a Berlino. Il suo stile è profondamente influenzato dai capolavori del Rinascimento italiano e dallo stile innovativo degli artisti contemporanei e pop come Keith Haring, David Hockney, Basquiat, Lichenstein e Jeff Koons.

Quello che si apprezza nell’arte di Giulio Secondo è la composizione e la tecnica mista che unisce acquerelli, pastelli e matite colorate su carta o cartone. L’intreccio, nel quale amiamo soffermarci, e le sovrapposizioni di linee che danno origine a corpi che si uniscono, sono il focus del suo lavoro.

Nei suoi quadri tutto è lecito, le regole della prospettiva tradizionale sono sovvertite. É come se Giulio Secondo riuscisse a creare un equilibrio tra corpi e oggetti che sicuramente potrebbero cadere ma che non cadono. Dove il risultato è l’unione di più figure nella forma, che va oltre il concetto e anche il confine tra la figura umana e l’oggetto.

Il corpo umano diventa parte di una composizione che diventa oggetto che richiama l’arte africana e la produzione popolare, come le bambole vodoo, i totem, le matriosche e gli oggetti di design contemporaneo.

L’arte di Giulio Secondo intrigante ti porta a perdersi tra queste linee come volere trovare una fine e un inizio che forse non c’è, in questo ballo tra la forma e la linea e dove anche il quotidiano diventa composizione artistica di contemplazione.

La core mission di Because e la ferma risposta alla oppressione sociale, alla bigottaggine, all’ipocrisia e alla schiavitù consumistica. Pensando a questi aspetti come hai deciso di affrontare i lavori da esporre a Roma?

Sono effettivamente temi su cui è giusto portare attenzione in questi giorni, perché ovunque dall’America a casa nostra vediamo mettere in discussione diritti che ormai davamo per scontati. In Italia addirittura siamo indietro di anni luce.

Per Because ho pensato di esprimermi con lo still life della vita quotidiana: la natura morta tradizionalmente uno strumento con cui la società si auto descrive e autoglorifica, ebbene io ho voluto fare un omaggio a una certa fetta della comunità LGBTQ+ che si ritrova e si ricrea in un modo che specifico e inimitabile.

Ho anche giocato con le percezioni, disegnando due immagini simili ma non identiche, per riflettere sull’ossessione patriarcale di rendere tutto omologato, qualcosa che i gay e dico apposta i gay, della mia generazione hanno sofferto e introiettato, credendo che il più simili a uno stile di vita etero il loro fosse stato, meglio sarebbero stati accettati, e più salvi sarebbero stati. Invece no, in “nostro” stile di vita è altro e per quello che esso rappresenta e per la sua unicità io ho voluto celebrarlo.

Che sensazioni hai a partecipare a questa collettiva? Con quale degli artisti presenti ti senti più affine?

Mi sembra una collettiva fantastica e sono molto onorato perché ammiro il lavoro e la coerenza e l’evoluzione stilistica della Dorothy Circus. Ognuno degli artisti presenti mi ispira ma sento una certa vicinanza espressiva con il lavoro di Jemima Sara. Le linee, l’assetto delle immagini, la palette dei colori. La sento complice, familiare. Ammiro molto il lavoro di Damien Cifelli e Leonardo Niola.

Qual è il tema sui cui prediligi soffermare la tua attenzione quando disegni?

Sulla vita. Sulle relazioni interpersonali, su quello che di fatto conta nella mia vita: I rapporti umani. Per dirla con il titolo di una raccolta di poesie di Vittorio Sereni, gli strumenti umani. Le persone della mia vita affollano le mie opere, essi e ciò che provocano in me. Un imbarcadero di emozioni per cui mi sembra di avere vissuto due vite in una. Qualcosa di cui non posso fare a meno: le persone! Anche quando disegno gli oggetti, essi parlano di chi li ha vissuti e di come lo ha fatto.

Non si fa altro ultimamente che parlare di uguaglianza sociale ultimamente tu che ne pensi?

Non sono bravo a parlare di società o politica, perché sono troppo radicale, penso che siamo messi malissimo penso che dovremmo tirare delle bombe per ribellarci. L’attuale governo sta facendo dei pericolosi passi indietro, se non ancora nelle leggi, sicuramente nel mood che emana. Una situazione grave, purtroppo non solo in Italia.

Ho sempre pensato che l’arte sia uno strumento di propaganda che aiuti a favorire il cambiamento quando crei la tua arte come ti fa sentire a riguardo?

Ecco questa risposta si ricollega alla precedente. Quando creo arte non penso alla politica ma sono fiero del risultato della mia arte, quando è capace di mettere in discussione un punto di vista. L’arte a mio avviso deve essere vera, avrò sempre fiducia nella mia arte finché rispecchierà onestamente come io sento, veramente. Finché farà così, credo che avrà la forza di comunicare. Di favorire un interrogativo in chi la osserva, e di conseguenza un cambiamento.

Pensi che arriveremo mai alla piena accettazione della libertà e amore tra due individui a prescindere dal sesso?

Sono pessimista perché credo che sia tipica della natura umana, almeno a uno stadio non evoluto, la tendenza a creare un nemico, basandosi su ciò che è altro. È anche vero che le nuove generazioni stanno compiendo dei passi enormi verso il Risveglio; stanno combattendo forte per cambiare le regole del patriarcato e questo lenisce il mio pessimismo. Viva la giovinezza e le sue rivoluzioni.

Come ti sei sentito di fronte alle affermazioni del presidente del senato Ignazio La Russa su l’avere un figlio gay?

Un orribile fascista gesti e parole di cui in futuro ci vergogneremo, spero.

Ho sempre amato la combinazione gli Incastri che riesci a creare tra I tuoi uomini mi racconti come nascono queste composizioni?

Parlano del desiderio “divino” di aver un contatto spirituale profondo e dell’errore umano di cercarlo attraverso il corpo. Provengono dalla mia biografia: avere usato e usare troppo il corpo per riempire i vuoti che la mia anima si porta dietro.

I ragazzi sono quelli che passano per la mia camera da letto o che gentilmente mi ospitano nelle loro. Sono corpi nei parchi d’estate o su YouPorn. Sono fantasie e proiezioni. Ancora una volta un caotico miscuglio.

Nei tuoi ultimi lavori ci sono anche composizioni di still life di vita quotidiana. Com’è la tua quotidianità? A cosa non sapresti mai rinunciare?

Non saprei mai rinunciare al mio desiderio ottimistico di renderla graziosa con caffè, fiori, libri e gioielli per poi fuggire da essa, come un gatto randagio quando meno me lo aspetto per perdermi nel buio più sporc ….

Because potremmo tradurlo con il nostro: “Perché sì”, a cosa vorresti rispondere così?

Giulio Secondo era un papa dispotico e battagliero io risponderei sempre così, per questo ho scelto il suo pseudonimo, anche per sentirmi libero di essere dispotico, per lo meno quando faccio arte. Scherzi a parte credo sia perfetto questo titolo statement.

Ci sono cose che non dovrebbero prevedere una domanda. Come sappiamo le domande spesso le fa chi detiene il potere, sono una forma di controllo e di potere.

Ci sono cose a cui dovremmo avere il diritto di non rispondere. Come i nostri diritti, come il nostro orientamento. Come la nostra libertà.

È la seconda volta che sei presente su TOH!, cosa pensi che sia cambiato in Giulio Secondo dalla prima volta?

La vostra bella intervista qualche anno fa mi vedeva inebriato dall’esplosione di creatività inaspettata che stavo vivendo. Disegnavo ogni giorno come un pazzo. Purtroppo quella fase è passata, ora medito di più e costruisco maggiori strategie. Ma l’ansia di creare e l’ emozione e la tensione è ancora tutta là.

Che visione hai di TOH!?

TOH! è una benedizione, uno spazio libero ed elegante dove io trovo un sacco di ispirazione. Ogni volta che lo leggo mi sento parte di una comunità “migliore”.

Lo paragono un po’ al mio quartiere qua a Berlino Neukölln. A ogni passo mi innamoro di un fotogramma che immortalo con gli occhi. Così TOH!, ogni notizia è uno spunto che mi elettrizza che mi fa dire, non sono solo, sto andando nella giusta direzione. Ha il potere di farmi sentire parte di un collettivo di persone che mi capiscono.

Grazie, davvero.

BECAUSE
GROUP SHOW
Dorothy Circus gallery
18 Marzo 2023 – 15 Aprile 2023
Via dei Pettinari 76, 00186 Roma