Si dice che nel Medioevo la morte e la penitenza fossero unite da un legame oscuro e inquietante. La morte non era solo l’evento che segnava la fine della vita terrena, ma anche il momento in cui si manifestava l’ira divina contro i peccatori.
E per evitare questa condanna eterna, le persone si dedicavano alla penitenza, in una sorta di danza macabra in cui il dolore e la sofferenza erano le uniche monete di scambio.
La penitenza non era solo una forma di autoflagellazione o di privazione, ma anche un rituale che permetteva di entrare in contatto con le energie dell’aldilà e di ottenere la grazia divina.
La flagellazione, ad esempio, non era solo un modo per infliggere dolore al proprio corpo, ma anche per aprire le porte dell’inconscio e comunicare con gli spiriti che abitavano il mondo delle ombre.
In questo mondo esoterico, la morte e la penitenza erano parte di un grande mistero, in cui la vita e la morte si intrecciavano in un ciclo eterno di trasformazione e rinascita.
Così, la morte e la penitenza diventavano parte di un percorso iniziatico, in cui il dolore e la sofferenza erano solo l’inizio di un viaggio verso la conoscenza più profonda dell’universo.
E solo coloro che erano disposti a compiere questo viaggio, senza timore e senza esitazione, potevano sperare di raggiungere la verità ultima dell’esistenza. Oggi se guardiamo alla storia, il Medioevo è lontanissimo dalla nostra realtà ma se guardiamo alle modalità in cui l’omosessualità veniva punita non siamo poi così lontani.
Certo, oggi in Italia non si viene uccisi, bruciati o castrati, ma ad uccidere, bruciare e castrare sono le parole, le leggi e i provvedimenti presi da chi nei palazzi del potere riversa odio, intolleranza e menefreghismo nei confronti della comunità LGBTQIA+
Per il mese del Pride, Toh! Magazine, attraverso questo shooting vuol far riflettere su come il tempo passa ma le brutte abitudini vestite di pregiudizi e negazioni restano. I Modelli indossano armature medievali che ci difendono dalle spade arroventate d’odio da chi vuole schiacciarci ma allo stesso tempo indossano tessuti leggeri e delicati come i nostri sentimenti che non possiamo fermare per nessuna ragione al mondo.
Non ci fermerà il dolore, la penitenza o la propaganda di una politica che non rappresenta più nessuno, come Giovanna D’Arco combatteremo ancora e ancora incuranti dei pericoli armati d’amore, coraggio e dignità affinché i nostri diritti ci vengano riconosciuti. BUON PRIDE MONTH A TUTT*
Fotografo : Fabrizio Milazzo
Stylist: Francesco Baldassari
MUA and Hair : Camilla Conterio
Modelli: Nettuno Battisti ,Giovanni Rossi
Fashion Stylist Assistant: Evacarlotta De Vincenzi
WORDS: Giuseppe Di Rosalia