Le Endrigo: punk contro il patriarcato

E’ bastato vederli sul palco di XFactor 2021 la prima volta per capire che Le Endrigo sono una rock band fuori dal comune nel panorama italiano, potenti, viscerali, autentici sono lo slogan contro la mascolinità tossica.

No Homophobia, No Sexism, No Fascism, No Racism, Smash Patriarchy è lo slogan che svetta su una bandiera posta come sfondo ai concerti de Le Endrigo, quasi un monito per chi si trovasse lì per caso, o la pensi così è te ne puoi andare affanculo.

Il nuovo singolo “UN SANTO, UN RICCO, UN FASCIO” (uscito lo scorso 25 marzo), ribadisce il concetto in modo diretto, picchia duro e suona punk nel pieno stile della band bresciana: un suono massiccio, chitarre distorte e un testo che sprigiona rabbia, uno sfogo contro i pregiudizi gli stereotipi di un sistema dopato di testosterone.

Nati come Endrigo in formazione power trio, Gabriele Tura (voce e chitarra), Matteo Tura (voce, basso e piano) e Ludovico Gandellini (batterista) si è poi aggiunto Vittorio Massa (chitarrista). Dopo due album “Ossa Rotte, Occhi Rossi e “Giovani Leoni” firmano per Garrincha Dischi per il terzo uscito nel 2021 dal titolo omonimo e al nome della band si aggiunge l’articolo “Le”. In concomitanza con la partenza del tour, abbiamo fatto due chiacchiere e qualche scatto a Le Endrigo:

le_endrigo_toh_magazine_ph_alex_vaccani_8 Le endrigo
photos by Alex Vaccani

Ciao ragazzi, com’è essere tornati sul palco dopo tanto tempo?

Eravamo giustamente un po’ preoccupati di essere arrugginiti ma invece è stato molto bello tornare sul palco. Siamo dei grandi procrastinatori quindi abbiamo aspettato l’ultimo mese per tornare a provare a regime ma siamo molto contenti. E’ stata una bella ripartenza.

La differenza che avete notato tra i live prima e dopo la vostra partecipazione a XFactor?

Quello che ci aspettavamo, un po’ di gente in più. L’energia è stata la stessa, ci siamo chiesti: “Chissà chi verrà” perché oltre ai nostri fan di lunga data ci sarebbero stati fan nuovi che ci hanno scoperto in un programma televisivo dove eravamo molto prodotti e più costruiti a livello visivo invece noi siamo molto grezzi sul palco. Ma non è stato così fortunatamente.

Come avete affrontato l’esperienza televisiva come band che ha un percorso alle spalle, nel senso che siete formati e consapevoli di quello che volete a differenza di altri concorrenti del talent?

Il fatto di aver già visto il peggio probabilmente ci ha aiutati a godere di più l’esperienza per quella che è, senza darle un connotato eccessivo dal punto di vista delle aspettative e senza sentirne la pressione. Avevamo deciso di rimanere noi stessi e di comportarci come abbiamo sempre fatto sul palco e così è stato.

“Ci siamo divertiti sicuramente più di chi era alle prime armi e di cui si percepiva la pressione, e quindi subiva più lo stress del palco, poi essendo un gruppo abbiamo vissuto tutto in maniera molto avventurosa.”

E’ stata una bella esperienza anche perché abbiamo avuto l’occasione di rapportarci con altre figure professionali. Abbiamo capito subito che non voleva snaturarci nessuno, quindi ci siamo sentiti a nostro agio subito.

E poi abbiamo lavorato su più fronti con professionisti di alto livello con cui probabilmente non ci capiterà mai più di lavorare. Dalle prime prove fino al live è stato tutto super interessante e non abbiamo mai avuto problemi nel raccontare la nostra identità.

Non ci è mai stato imposto nulla dall’alto e poi noi ci davamo spacciati sin dalle selezioni quindi qualsiasi cosa guadagnata andava bene.

A XFactor avete portato un’importante messaggio d’inclusione, ricordo che quando vi ho visto ho pensato: perché non siamo tutti mentalmente così aperti?

Grazie davvero ma ci conosci ancora poco, altrimenti non lo diresti! Grazie a Dio non è così! (scoppiano tutti a ridere ndg)

Spiegatemi come da Endrigo siete diventati Le Endrigo:

Quando abbiamo scritto “Cose più grandi di te” per il terzo album, che è quello in cui abbiamo cambiato nome, abbiamo capito di essere riusciti a condensare quello che pensavamo in tre minuti di canzone in un modo che ci rappresenta e che può arrivare a chiunque.

Dopo aver scritto questo pezzo abbiamo capito che dovevamo fare un passo ulteriore per portare avanti tematiche che per noi sono sempre state importanti sia sopra che giù dal palco e che sono presenti anche in alcune nostre canzoni.

Siamo sempre stati dell’idea che se vuoi mandare un messaggio sociale e non lo fai bene diventa noioso quanto una predica, quindi abbiamo sempre cercato di raccontarlo nelle canzoni se ritenevamo stessero raccontando qualcosa in modo efficace. Fare musica politica senza convinzione diventa una paraculata.

Quindi dopo aver scritto “Cose più grandi di te” ci siamo chiesti come poter portare questo messaggio al livello successivo in un momento in cui c’è una quantità di musica spropositata a portata di click, cosa potevamo fare per far arrivare subito il nostro messaggio e come la pensiamo su determinate cose? E così abbiamo aggiunte Le e siamo diventati Le Endrigo.

Noi veniamo dal punk ed è in quel contesto che abbiamo sentito parlare per la prima volta di determinate tematiche sociali, prima della scuola, prima dei genitori, quindi con tutti i nostri limiti abbiamo sempre avuto la consapevolezza che raccontare con la musica la realtà è efficace per farle arrivare a determinate persone. Anche chi viene ai nostri concerti deve sentirsi a casa, a suo agio e in un posto protetto, se ti da fastidio quello che diciamo allora non serve a nessuno.

Siete mai stati criticati dal pubblico?

G: Certo che è successo! Oltre alle canzoni nei live abbiamo sempre mandato dei messaggi tra una canzone e l’altra consapevoli di avere un riflettore, il privilegio di stare sul palco con persone che ti stanno ascoltando e ci siamo sempre espressi quando c’era qualche argomento anche di attualità di cui parlare, perché salire sul palco e suonare facendo finta di nulla non è da noi. E’ successo di tutto e di più, ma noi viviamo la musica come l’estensione di quello che siamo fuori dal palco.

le_endrigo_toh_magazine_ph_alex_vaccani_4  Le endrigo
State lavorando a un album nuovo?

Sì, anche se la nostra priorità era tornare sul palco il prima possibile, perché tra Covid e altro ci siamo fermati tantissimo. Calcola che quando siamo entrati a XFactor eravamo appena usciti con il terzo album e il programma ti impegna molto tempo prima di andare in onda.

Siamo da poco usciti con un nuovo singolo “UN SANTO, UN RICCO, UN FASCIO”, un pezzo nato in modo molto spontaneo e per suonare qualcosa di nuovo durante i nostri live anche per chi ci ha visto tante volte dal vivo. Da lì abbiamo cominciato a scrivere e sicuramente dopo l’estate uscirà se non un album almeno un EP, ma noi siamo old school e preferiremmo uscire con un album, non ci piace il fast food.

“UN SANTO, UN RICCO, UN FASCIO” è stata definita una canzone provocatoria, io non sono molto d’accordo, qual è il vostro punto di vista?

No, credo che sia un equivoco che ci accompagna abbastanza. Noi raccontiamo da sempre cose che appartengono alla nostra realtà, non ci siamo mai posti in modo provocatorio, per lo meno non intenzionalmente, se a qualcuno da fastidio questo allora può vederci della provocazione.

Non abbiamo mai avuto la velleità di disturbare, anzi proprio perché raccontiamo delle cose a cui teniamo, speriamo arrivino a più persone possibili e che ci sia inclusione. Certo non vogliamo piacere a tutti perché se non disturbi nessuno c’è qualcosa che non va, ma di certo non vogliamo allontanare la gente, vogliamo disturbare la quiete.

Siamo nati nella scena punk che ci ha insegnato che non importa se sai fare una cosa o no, l’importante è farla, siamo autodidatti e pian piano ci siamo rodati sulla via, ma ci piace considerarci come dei tizi che suonano un po’ come gli viene il loro strumento. L’importante per noi è scrivere canzoni.

Che musica ascoltano Le Endrigo?

Siamo diventati quel brutto genere di persone che dicono: “ascoltiamo tutto” ma avendo vissuto così intensamente l’ambiente punk, che da una parte è identitario ma dall’altra è anche soffocante e dogmatico perché tutto quello che non è punk non va bene.

E’ normale che dopo un po’ ti venga la voglia di andarci contro. Sicuramente siamo tutti grandi fan degli Idols, ma ascoltiamo davvero un po’ tutto, dall’hip-hop al cantautorato italiano a Rosalìa, siamo in pace con i nostri gusti.

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“LE ENDRIGO TOUR 2022”
(Calendario in aggiornamento)

23/04 CSO Django – TREVISO
24/04 Covo Club – BOLOGNA
29/04 Latteria Molloy – BRESCIA
06/05 Afterlife – PERUGIA
07/05 Scumm – PESCARA