Kimerica: fantasmi interiori che diventano canzoni

Si chiama Erica Kim in arte Kimerica, è produttrice e cantautrice, viene da Padova e ha appena pubblicato il suo primo album “Fantasmi” (Lost Generation Records). Tra synth anni ’80, atmosfere più rarefatte, glitch oscuri e tradizione, un’opera prima di una cantautrice che ama sperimentare; l’abbiamo intervistata:

Presentati: chi è Kimerica?

La mia bio dice che sono una cantautrice e una producer, poi vabbè sono anche un’alieno, un mostro, una fatina, tante cose. 

Il tuo nome vero è Erica Kim quindi il gioco del nome immagino sia venuto in modo spontaneo, ma allo stesso tempo evoca la chimera un animale mitologico, e anche l’America, la terra dei sogni infranti, quindi direi che c’è un lato onirico e dark che poi si riflette anche nelle tue canzoni. Qual è la verità?

Il lato onirico e dark è assolutamente presente nella mia musica

Inoltre sì, mi piaceva l’idea della chimera: un animale composto da parti di natura diversa, un po’ come sono io e penso anche le mie canzoni. 

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Ci racconti un po’ il tuo percorso artistico? 

Ho iniziato a studiare musica da piccolissima, canto e pianoforte, non ho mai smesso. Quando ho iniziato a studiare produzione elettronica da più grande mi si è aperto un mondo.. era come entrare nel paese dei balocchi. Mi ha fatto scoprire quante cose potevo fare, quanto potevo giocare col suono. Da lì è nato il mio progetto per com’è ora.

Che musica ti ha formato artisticamente?

Nella vita ho ascoltato tanti generi diversi, ma penso che il rock e il pop anni ‘60/‘70 mi abbiano formata più di tutto il resto… soprattutto nei testi. 

Negli ultimi anni ascolto anche cose più recenti e mi lascio ispirare dal lato sonoro.

“Discokim” con i suoi synth anni ’80 e un ritornello che ti si appiccica in testa è uno dei cavalli di battaglia del disco. Scriverla è stato il tuo modo per esorcizzare la fine di una storia d’amore tossica?

È stato proprio questo: mi sono liberata di un peso, rendendomi conto che potevo andare avanti e magari anche riderci su, e ridere anche di me stessa.

Amo la produzione e il testo de “I tuoi fantasmi”, volevo chiederti a cosa ti riferisci quando canti: “nei tuoi candidi festini Raffaella Carrà, fa veder l’arcobaleno lo dimenticherai”…

Grazie! Questa canzone parla di una persona che rincorre “il successo” a tutti i costi, la prima strofa è ispirata all’inizio del film “La grande bellezza” in cui tutti ballano a rallenty sulle note del remix di “A far l’amore comincia tu” proprio della Carrà, con fiumi di alcol e stupefacenti. 

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Di chi è la voce dell’uomo che spesso accompagna la tua?

Quasi sempre è Marcello, un mio amico d’infanzia! Con lui ho scritto anche alcune canzoni. 

Sul ritornello di “Lasciami entrare” invece i cori sono cantati da Michele, il mio ragazzo, che in questo disco suona anche il basso e la chitarra.

Un pezzo che ti piace molto sia per la produzione che per il testo è:

Wow che domanda, sono infiniti!

Un brano stupendo uscito pochi mesi fa per esempio è “Day what you will” di James Blake. 

Testo bellissimo, suoni altrettanto.

Sennò vabbè tutta la discografia di Billie Eilish.

Oltre che artista sei anche producer, è più difficile produrre per te o per altri e come ti sei avvicinata a questo mondo?

Sicuramente è più facile produrre per me stessa, perché faccio tutto molto istintivamente seguendo il mio gusto. 

Produrre per altri però mi piace, lo trovo anche molto stimolante e imparo sempre qualcosa.

Ho iniziato prendendo lezioni a Roma, poi ho frequentato la Sae Institute a Milano. Piano piano ho iniziato a occuparmi della produzione di alcuni amici e poi la voce si è sparsa.

Quanto di Erica Kim persona c’è nei testi di Kimerica?

Tanto, mi piace raccontare quello che conosco, spesso quindi parlo della mia vita o di quella di qualcuno vicino a me, quello che mi sta a cuore insomma.

Lo trovo molto catartico, una specie di autoanalisi in rima. 

L’ultimo album di cui ti sei innamorata:

Direi “Shabrang” di Sevdaliza.

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Kimerica “Fantasmi” (Lost Generation Records)