Pierluca Mariti non ha paura delle definizioni

Definire Pierluca Mariti, meglio conosciuto come @piuttosto_che, sembra facile ma non lo è anche se ci abbiamo provato lo stesso.

Giurista pentito, project manager per sette anni di una grande multinazionale (Ikea) oggi è comedian, influencer, speaker radiofonico, podcaster e attore. Fino alla fine di Febbraio porta nei teatri “Ho fatto il Classico”, uno show senza pretese letterarie o filologiche in cui molti potranno riconoscersi, ma anche un modo per Pierluca di sfondare la quarta parete rappresentata dallo schermo dello smartphone per raccontarsi anche dal vivo, parlando di diritti e temi urgenti.

Anche per questo abbiamo deciso di intervistarlo.

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Chi è Pierluca Mariti e chi è Piuttostoche?

Pierluca è una persona che ha fatto e che fa un sacco di cose e che nell’ultimo periodo si è esposto a tanti cambiamenti pertanto dirti un lavoro o un tratto della personalità caratterizzante mi risulta difficile. In questo momento sto.. boh non lo so, non so rispondere a questa domanda se penso a Socrate che diceva conosci te stesso, io ti rispondo Pierluca sono io. Scusa ma non ero pronto. 

Comunque Pierluca è un Millennial che in questo momento sta scoprendo la parte artistica di se, una parte fatta di comicità, racconto, intrattenimento che per lungo tempo ha riservato al mondo del possibile ma non al mondo del reale perchè nel frattempo ha seguito un percorso più tradizionale poiché ha fatto giurisprudenza, ha lavorato in azienda e tante altre cose.. Piuttosto che è il mezzo con cui Pierluca è riuscito a fare il salto che voleva.

So che il lavoro di comedian non è sempre stato il tuo mestiere, cosa ti ha portato qui?

Diciamo che in lockdown avevo iniziato a creare contenuti online più che altro come passatempo, perchè non avevo molto da fare, solo che poi la cosa è diventata più grande e quindi ho iniziato a vedere davanti a me la possibilità di farlo più concretamente. Questo ha fatto si che per un anno e mezzo ho portato avanti una vita parallela come Clark Kent e Superman solo che io non avevo i superpoteri quindi a un certo punto ho dovuto fare una scelta e mi sono detto.. “se non ci investi ora, non lo fai più” e dunque ho mollato l’azienda che seguivo da sette anni ed eccomi qua.

Di che lavoro si trattava?

Ero un project manager per una multinazionale.

Quindi anziché fare la pizza o la pasta in casa hai deciso di diventare un comedian.

Beh si, anche perchè ci ho provato a far delle pizze in casa ma erano delle mattonelle dure o altrimenti mollissime e siccome ho grande rispetto per la professione ho pensato che le pizze le compro e io mi metto a fare quello che so fare.

Mi sembra un’ottima riflessione. 

Lo penso anch’io.

In giro dicono di te che sei la nuova stella della comicità italiana piuttosto che infuencer o addirittura simpatico anche offline. Che ne pensi? 

Scusa ma per un momento ho sentito “sei il nuova Mastella” e ho riso tantissimo, la userò in futuro. Grazie per i complimenti, ad ogni modo in qualsiasi modo la gente mi definisca a me va bene, nel senso che non devo fare grandi battaglie identitarie.. ad esempio ci sono persone che mi chiedono se mi dia fastidio l’etichetta di Influencer, e se ci penso dico no poiché alla fine rappresenta un lavoro, un’attività riconoscibile poi per tanti motivi sono diverso da altri e per altri sono uguale. Sono contento del fatto che la community mi riconosca come una persona simpatica oltre al lavoro che faccio non solo sul palco. 

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A proposito di stare sul palco volevo chiederti che differenza c’è tra fare un reel un podcast e uno show a teatro? 

Secondo me hanno in comune l’esigenza di dover dire qualcosa, che sia una battuta scema, che sia un luogo comune che vuoi prendere in giro, o fai un tweet, o racconti una storia su un podcast. L’unica differenza sta nel fatto che a teatro hai un feedback istantaneo perchè li hai tutti li davanti, online non lo sai mai a meno che non vedi le reaction e quindi a teatro è tutta un’altra cosa.

Che tipo di pubblico hai?

Da premettere che a Teatro non faccio indagini di orientamento all’ingresso quindi non so se sono tutti gay o meno. Posso dirti però che tra il pubblico ci sono tanti fidanzati delle mie followers e tanti genitori quindi tanti boomer che ogni tanto dal palco li prendo in giro.

Dunque il pubblico è abbastanza vario ci sono quelli che mi conoscono e quelli che non mi hanno mai visto live e che poi mi dicono.. ora inizio a seguirti.

Come prepari uno show? I testi, le battute da scegliere… sei un tipo tranquillo o sei indeciso su cosa portare sul palco?

Il mio grande problema è la mancanza di concentrazione pertanto prima di scrivere qualcosa devo avere l’illuminazione, non è così istantaneo dunque il processo non è così regolare. Una volta creato il processo mi lancio e sento il feedback del pubblico.

Ho fatto il classico è il titolo del tuo spettacolo, per esperienza vissuta quelli che fanno il classico si sentono i più fighi e intellettuali di tutti, puoi smentire questa cosa o è davvero così?

La verità è che chi ha fatto il classico non è il più figo e intellettuale di tutti però si, un po’ ci si sente e non si capisce perchè. Secondo me è sta cosa del greco che da alla testa un po’ a tutti ed io ovviamente prendo in giro questo pensiero. 

Tu perchè dopo il classico hai fatto giurisprudenza?

Eh perchè mia madre mi ha detto.. bello tu non lo fai l’attore, vai all’accademia di arte drammatica se vuoi come hobby, però mi porti a casa una vera laurea e quindi non avendo inclinazioni scientifiche ho scelto giurisprudenza ed è stata una tortura per cinque anni. 

Alla fine però la laurea l’hai presa.

Si, e come tutti quelli che si laureano il giorno dopo ho iniziato a cercare lavoro in altri ambiti.

Mi racconti a parole tue il tuo spettacolo?

“Ho fatto il classico” è uno spettacolo leggero, divertente dove si ride. Uno spettacolo che, nonostante il titolo, non vuole insegnare niente a nessuno, non è didattico in alcun modo piuttosto è uno spettacolo che unisce grazie ai miei monologhi o letture di testi come Orlando Furioso o Petrarca che attualizzo. Perchè secondo me i testi classici possono aiutarci a leggere il presente. 

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Che musica ascolti?

Mi muovo tra diversi generi, sono un grande fan del pop anche se non sempre sono al passo con i tempi e poi amo il jazz e il blues, sarà che suonavo il pianoforte quando andavo al liceo. Poi sono un madonnaro della prima ora. 

Spesso una cosa che dimenticano gli artisti, in questo caso i comedian, quando salgono sul palco è la loro relazione con la moda, magari non ci fanno caso, non lo so.. quindi ti chiedo tu cherelazione hai con la moda?

Io vorrei che la moda mi scoprisse, posso dire? Mi ricordo di una battuta che facevo quando ero ancora un po’ Clark Kent e un po’ Superman e dunque non raccontavo molto del mio lavoro e la gente mi chiedeva che lavoro facessi io rispondevo: sono un ex modello di gomiti. Ora io non sono uno che quando mi vedi pensi subito.. uh madonna che stile, che eleganza però non mi vesto manco in tuta quindi la moda mi diverte, quindi non mi dispiacerebbe un giorno diventare come Jared Leto per Alessandro Michele, ma il fatto è che la moda non mi si fila, anche se mi vesto di fuxia.

Del contesto storico che stiamo vivendo cosa pensi?

Oddio questa si che è una domanda impegnativa. Io mi sento una persona di una generazione che fa parte di grandi cambiamenti questo in maniera generica, quello che stiamo vivendo è un tempo di grandi rivoluzioni che non necessariamente sono create dalle persone. Spero che fra tutte queste cose ci sia spazio per l’ascolto, per l’empatia l’ambiente e l’amore.

Chi sono i comedian che ti piacciono e altri che invece proprio non sopporti?

A parte la devozione per i mostri sacri della comicità italiana come Proietti e Marchesini c’è Paola Cortellesi che per me è iconica poi mi piacciono i nuovi come Lundini, Giraud, e poi c’è Giorgia Fumo che mi piace tanto perchè è brillante. In sintesi mi piacciono le donne che fanno comicità. Quelli che non mi piacciono sono quelli che manifestano un certo tipo d’ironia o che trattano temi passati che non mi fanno ridere.

Quali sono le differenze tra Roma e Milano viste da te?

Lasciando stare gli stereotipi posso dirti che a Milano non ci sono i Cinghiali per strada e questa cosa mi delude, te lo dico! Milano è un posto dove se vuoi far accadere una cosa stai tranquillo che accade, mi piace molto questa cosa e poi ho scoperto che Milano è una città molto accogliente. Roma invece è magica, e quella magia non la trovi da nessun’altra parte al mondo anche se stai seduto da solo sulla scalinata di una fontana ti senti il Re del mondo mentre a Milano devi prenotare nel posto cool e cose così.

Ecco che posti frequenti a Milano?

Io non sono un grande mondano però vivendo a Nord-est frequento spesso NoLo, Porta Venezia. Mi hanno detto che quella è la Milano che esiste perchè Milano Nord-Ovest non esiste. C’è anche una pagina Instagram che si chiama così e io comunque ci credo.

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